Si dimentica troppo spesso che le nostre case non sono in mezzo alle foreste tropicali, il nostro non è il loro ambiente ideale. Ma vediamo come farle vivere al meglio!!!.
E se le estati passano velocemente… gli inverni sembrano eterni.
Almeno qui in Trentino, dove il freddo dura in media dagli inizi d’ottobre agli inizi di aprile, periodo dove il riscaldamento delle abitazioni funziona a pieno regime, dove l’unica certezza è che aprile è molto lontano… troppo lontano!
Il freddo e le poche ore di luce sono tremende per le orchidee, tenendo conto che dove le stesse prevalentemente vivono, l’illuminazione dura in media 12 ore al giorno, sempre!
Nel precedente articolo abbiamo parlato dell’importanza del fertilizzante quale “elemento nutritivo” per le nostre orchidee.
Come più volte detto, le radici delle orchidee sono molto sensibili a quanto “trasportato” dall’acqua per irrigazione, siano essi sali minerali, microelementi o macroelementi vari, sostanze “nutritive” o altro. Calcare, cloro e sodio, che molte volte sono presenti nell’acqua dei nostri rubinetti, non sono certo elementi “benefici” per esse.
Vi garantisco che lasciar decantare l’acqua per almeno 24 ore (antica credenza popolare) al fine di far depositare sul fondo quanto nell’acqua è contenuto, non risolve il problema!
Al fine di poter avere una ottima base di partenza, l’acqua per irrigazione deve quindi essere il più pura possibile (valore tendente allo 0 ppm e pH leggermente acido 6,7 – 6,9), valori che solo l’acqua piovana o da osmosi inversa ci può dare. Attenzione però… ho scritto come “base di partenza” in quanto la stessa va opportunamente corretta sia per quanto riguarda l’acidità, che per quanto riguarda “le sostanze nutritive” presenti (o per meglio dire “assenti”) in essa.
Quindi, ecco spiegato il perché sia così importante la misurazione dei valori dell’acqua. Solo sapendo i valori iniziali potremmo intervenire e variare gli stessi, portandoli a dei valori ottimali sia per il pH che per la quantità dei sali disciolti nella stessa.
Che c’è di più duro d’una pietra e di più molle dell’acqua? Eppure la molle acqua scava la dura pietra. (Ovidio)
La frase di Ovidio dovrebbe essere tenuta in debita considerazione, e non sicuramente per un’interpretazione esclusivamente poetica legata alle nostre orchidee 🙂 .
E’ cosi giunto il momento di addentrarsi più nello specifico nell’analisi dell’acqua, esprimendo termini e concetti in maniera semplice e comprensibile da tutti, al fine di far capire quanto sia importante la qualità dell’acqua.
Nella foto a fianco il risultato di una sbagliata irrigazione (nello specifico con un pH errato su un Anthurium , che ricordiamo non è un orchidea, ma che mi serve quale esperimento esplicativo per questo articolo).
Ho dato volutamente allo stesso per del lungo tempo un irrigazione con pH troppo acido, l’assorbimento di calcio è stato impedito e le brattee hanno assunto una consistenza anomala, quasi vetrosa, oltre al fatto che le stesse non si sono colorate. Uno dei segnali di pH errato è facilmente visibile anche su molte orchidee, prime tra tutte le Catasetinae alle quali appartiene anche “ l‘orchidea nera”. ”.
Sino a poco tempo fa, pur misurando saltuariamente sia il pH (o “Potenziale dell’Idrogeno” oppure “concentrazione di ioni d’idrogeno “) che la conduttività (e cioè la concentrazione dei sali) presente nell’acqua per irrigazione, miscelavo semplicemente l’acqua piovana (un 70 – 80%) con il restante (20-30%) di acqua di rubinetto. Ottenevo così acqua per irrigare le orchidee con un pH del valore di 6,8 circa e con una conduttività di 50 ppm.Leggi tutto “PH E CONDUTTIVITA’ DELL’ACQUA … QUESTI SCONOSCIUTI!”
Una delle domande che spesso ci fanno è : “quando devo dare acqua e in che modo alla mia orchidea?”
La risposta ovviamente varia… perché dipende da tante variabili, quali la specie, il nostro ambiente etc.
Come possiamo leggere dalle nostre schede di coltivazione, l’irrigazione cambia, ad esempio se la nostra orchidea è una è una phalaenopsis, una Coelogyne Cristata, una Cattleya, una Fredclarkeara After Dark o un Dendrobium Nobile che hanno tutte delle esigenze di irrigazione diverse essendo specie diverse..
Per questo si dovrebbe conoscere il loro habitat naturale, per poter così imitare o avvicinarsi il più possibile a quello che la natura e il loro clima offre spontaneamente.
Ci sono orchidee che necessitano sempre di un substrato umido, alcune per il quale lo stesso deve completamente asciugare tra una irrigazione e l’altra, altre che in determinati periodi non vanno assolutamente bagnate.
Le orchidee sono, per lo più, piante epifite e cioè piante che vivono ancorate su altre piante, tronchi e rocce… attenzione ancorate ma non “parassite”!
Le radici vengono usate come sostegno ma anche per ”ossigenarsi” e ovviamente per procurarsi il nutrimento.
Il nutrimento viene portato all’orchidea per lo più attraverso l’acqua.
Quindi che acqua usare?
Personalmente ritengo molto importante la qualità dell’acqua. Essa deve essere priva di elementi inquinanti o patogeni, deve (o dovrebbe) avere il giusto ph ( che indica la basicità o l’acidità della stessa, dove la grandezza da 0 a 7 indica che l’acqua è acida e da 7 a 14 indica che l’acqua è basica).
Senza addentrarsi nelle “preferenze” delle singole specie, si può dire che un ph di 6.2 è un giusto compromesso per quasi tutte le nostre piante.
Ma per la maggior parte di chi non vuole disquisire su nozioni tecniche la domanda rimane sempre la stessa “Quale acqua usare?”
Qui le scuole di pensiero (ma forse sarebbe meglio dire le metodologie comunemente usate) sono principalmente tre.
Senza voler tediare nessuno rispolverando vecchi appunti di chimica o voler usare i termini come quelli sopra usati ( tutti termini ed unità la cui conoscenza è basilare sia per capire che acqua si sta’ usando che per sapere che acqua dare) cercherò di essere il più diretto e meno accademico possibile.