La maggior parte delle orchidee, nelle nostre case, è coltivata in vasi con – per i profani – la classica corteccia, o – per i più addetti con la terminologia – nel bark.
La prima cosa da sapere è che, qualsiasi materiale si impieghi nella coltivazione delle orchidee, ovunque si coltivi ( casa, serra, aperto etc.), è che il substrato non deve mai rimanere bagnato a lungo, deve asciugare nel tempo giusto, lasciando respirare le radici affinchè la stesse non muoiano per asfissia.
Insomma il bagnato e l’asciutto deve essere cadenzato in un perfetto ciclo temporale.
Personalmente, coltivando per lo più in casa, trovo che il bark “commerciale” ( non tutto per carità !) composto da corteccia di abete rosso e di un altra specie di pinaceea (prevalentemente nord Americana), asciughi troppo rapidamente, soprattutto nei vasi più piccoli e cioè quelli sotto gli 8 cm di diametro.
Di bark in commercio si trovano molte pezzature, da quello piccolo delle dimensioni di 6-8 mm ( ideale per i dendrobium o per le piante con radici sottili ), a quello medio delle dimensioni di 9 – 12 mm, a quello grande delle dimensioni di 13 – 18 mm che molti consigliano per le phalenopsis e per le Cattleye.
Il bark “commerciale” prima del rinvaso della pianta va messo in ammollo in acqua almeno per un giorno, e il suo deterioramento, che avviene in media dopo 2 -3 anni, risulta molto pericoloso in quanto fa trattene nello stesso l’umidità più a lungo e il ph si modifica, genericamente aumentandolo pericolosamente. Leggi tutto “ORCHIATA VERSUS BARK !”