Si dimentica troppo spesso che le nostre case non sono in mezzo alle foreste tropicali, il nostro non è il loro ambiente ideale. Ma vediamo come farle vivere al meglio!!!.
“ Di regola, gli uomini si preoccupano più di ciò che non possono vedere che di ciò che possono vedere.”
Giulio Cesare.
Eppure li vedo! Grandi poco più di un millimetro.
E giustamente ci dobbiamo preoccupare!
Misteriosi insetti corrono sulle orchidee, in caso di pericolo alle volte volano via…
Ovviamente il tripide è un parassita fitofago, che si attacca alla struttura della pianta, soprattutto sulle foglie, succhiando la linfa e cioè succhiando gli elementi nutritivi della stessa.Leggi tutto “I TRIPIDI.”
Di seguito alcune considerazioni e consigli sulla coltivazione delle Catasetinae.
Questo articolo è consigliato a chi ha già un minimo di esperienza con queste piante, in quanto una rigida applicazione di quanto suggerito potrebbe portare a risultati infausti.
Molti appassionati rinunciano alla coltivazione delle Catasetinae principalmente per i seguenti motivi:
alle nostre latitudini le tenere, grandi e carnose foglie possono essere attaccate, soprattutto se il clima non è umido (dove per clima poco umido intendo un’umidità ambientale al di sotto del 50%), da molti parassiti quali la cocciniglia, afidi, acari etc.
Le Catasetinae se ben coltivate, possono diventare enormi e poco ideali ad una coltivazione casalinga
In dormienza sono completamente spoglie e poco piacevoli da vedere
Se non si riesce a portarle a maturazione nella parte finale della loro stagionalità vegetativa, non si vedranno i fiori, quindi si deve allungare il periodo vegetativo sfasando così la pianta o, per i più coraggiosi, dovendo forzare la pianta alla stessa dormienza.
Sin dall’antichità sono conosciute le proprietà curative dell’acido salicilico, acido estratto e trasformato dalla pianta del salice da cui prende il nome.
Gli estratti di salicina, a partire dall’Ottocento, sono stati usati dall’uomo quali antinfiammatori, ottenendo poi successivamente numerosi derivati (salicilati) tra cui l’acido acetilsalicilico che tutti noi abbiamo usato e imparato a conoscere sotto il nome di “Aspirina”, uno dei farmaci più usati al mondo.
Molte sono le proprietà conosciute di questo acido (batteriostatiche, usato in dermatologia contro l’acne, nella cosmetologia più in generale etc.), ma di seguito vorrei condividere con voi la mia esperienza in campo “orchidofilo” trascurando le generiche affermazioni che si trovano in rete sull’uso dell’aspirina in campo botanico.Leggi tutto “L’USO DELL’ACIDO SALICILICO NELLE ORCHIDEE”
Più di un anno fa, nell’articolo sul ragnetto rosso , avevo promesso che saremmo tornati a parlare di nemici delle orchidee.
E purtroppo è giunto il momento… purtroppo, perché pensavo di essere immune da tali complicazioni, in oltre 5 anni di coltivazione non ho mai avuto nessun problema, né di marciumi radicali né di attacchi di parassiti.
In maniera piuttosto pesante, le mie orchidee tenute in casa (si tratta solo di una parte di Catasetinae, che studio con particolare attenzione, in quanto le altre sono già tutte all’esterno o in serra) sono state però colpite da uno dei nemici più temibili per le orchidee … la cocciniglia.
Si vede che non sono stato proprio così attento 🙂 … controllo e ricontrollo le orchidee tenute in serra e all’esterno, ma alcune “succulente” foglie di Catasetinae, come detto rigorosamente tenute in casa, posizionate sopra un umidificatore ma con poca ventilazione, esposte alla luce solare filtrata da una tenda, sono state colpite.Leggi tutto “COMBATTERE LA COCCINIGLIA!”
In questI giorni di “quarantena forzata” a causa del “Covid 19”“, il tempo da passare in compagnia delle nostre orchidee sicuramente è una valida opportunità.
Visto che oramai la primavera è arrivata, l’occasione è buona per il restyling generale delle piante … controlli, rinvasi, pulizia etc.
Durante queste operazioni può capitare di trovare alcune piante con foglie che stanno diventando secche o altre con foglie che presentano delle punte nere.
Dobbiamo imparare a distinguere la naturale morte “per vecchiaia” delle foglie, (ad esempio nelle Phalaenopsis di solito sono quelle più basse e vicine al substrato) o se le stesse si seccano ( in maniera anomala) per problemi dovuti alla scarsa umidità dell’aria o altro.
Mi scrivono… : “ il ragnetto rosso mi ha invaso la casa un paio di anni fa, e ancora ci sto combattendo!” .
Quando si coltiva in appartamento è molto facile che, uno degli acari più aggressivi e temibili, attacchi le nostre orchidee. Esso è appunto il “ragnetto rosso”, il cui nome scientifico è Tetranychus urticae.
Come quasi tutti gli acari può rivelarsi un vero problema e può fare dei danni gravissimi.
Lo si può notare sulle foglie, dove si trova soprattutto nelle pagine inferiori, le quali diventano bianco giallastre ma soprattutto risultano cosparse di minuscoli buchetti.
Questa bestiaccia si nutre succhiando la loro linfa, è un “parassita fitofago” e cioè che si nutre di parti vegetali, mimetizzandosi tra quella che sembra polvere.
Ma il più delle volte non gli serve mimetizzarsi… è talmente piccolo che anche chi possiede una buona vista non lo vede senza l’ausilio di una lente.
Dico che è facile ritrovarselo sulle piante d’appartamento perchè esso prolifera – e si trova a suo agio – negli ambienti, se non proprio “secchi”, quantomeno poco umidi e caldi. Praticamente la stragrande maggioranza dei nostri appartamenti.Leggi tutto “IL “RAGNETTO ROSSO” – TETRANYCHUS URTICAE”