Si dimentica troppo spesso che le nostre case non sono in mezzo alle foreste tropicali, il nostro non è il loro ambiente ideale. Ma vediamo come farle vivere al meglio!!!.
Magda è una nostra lettrice di Montelupo Fiorentino
Appassionata di orchidee è intervenuta su questo blog in merito alle Phalaenopsis ibride e alla Fredclarkeara After Dark dimostrando una apprezzabile ecletticità.
E ora, a dimostrazione di ciò, si è costruita autonomamente anche un “orchidario”.
Ho comperato i rizomi di Bletilla su un famosissimo sito dei Paesi Bassi che vende ovviamente piante, tra cui anche qualche orchidea.
E con pochi spiccioli ho riempito la stragrande maggioranza di vasi e fioriere all’esterno! Le Bletille sono una delle orchidee terricole che più mi sento di consigliare perché accetta qualsiasi sopruso, (quasi tutti, nel limite del possibile ovviamente 🙂 ) e vi posso garantire che con me ne hanno passate molte (dallo spostamento da un substrato all’altro, da un vaso all’altro, alla terra piena, da un clima all’altro, dall’interno all’esterno etc etc ). E’ sicuramente la terricola più resistente ed adattabile con cui iniziare .
Questo doveva essere il primo articolo sulle orchidee terricole (ma vista la precoce fioritura è stato preceduto da quello sulle Calanthe e sui Cypripedium ), in quanto su questa specie avevo genericamente analizzato (sbagliando!) le necessità di quasi tutte le terricole.Leggi tutto “LE BLETILLE”
Trovo che siano le orchidee più affascinanti fra tutte… appena ho iniziato a fare ricerche su questo mondo, sono rimasta sbalordita da queste piante che vivono sospese, con le radici all’aria, figlie dell’acqua e del vento!
Lo stupore dovrebbe terminare quando impari che sono originarie di paesi come India, Cina, Malesia, le terre dei monsoni insomma, in cui l’umidità dell’aria varia fra il 70% e il 90%, il che spiega perché queste piante non hanno bisogno di substrato che immagazzini per loro l’acqua: la assorbono direttamente dall’aria nei periodi in cui le precipitazioni atmosferiche non sono abbondanti!
Invece no, lo stupore riempie i miei occhi ogni volta che ne guardo una, anche se non è in fiore!
Ed ecco una “terricola” che non avrei mai pensato di coltivare. Guardate che linea, che forme ! 🙂
Ma battute a parte…
I Cypripedium suscitano sentimenti diametralmente opposti tra gli appassionati di orchidee: o li ami o li trovi quasi “volgari”, con quel corpo formoso e i petali contorti, come uno scialle cadente che tende a scivolare via … insomma le stesse credenziali della showgirl Jessica Rabbit, nel famoso cartone animato “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”. Ve la ricordate?
Per descrivere la loro rusticità, mi ricordo quando da ragazzino trovavo nei boschi, vicino ai corsi d’acqua, quella che chiamavamo “Scarpetta della Madonna” (nei paesi veniva portata dai nostri genitori sugli altari delle chiese), che più tardi scoprii venisse chiamata anche “Pantofola di Venere” . E’ l’unico appartenente di questa specie che cresce anche in Italia e mai avrei pensato fosse un’orchidea che, leggermente cresciuto, avrei voluto coltivare ed il cui nome botanico è Cypripedium calceolus.
Ho scritto (forse tediando) molto sulle Catasetinae… e mi propongo di non fare lo stesso errore con un genere di orchidea che mi sta appassionando non poco, ma che altrettanto poco viene trattato.
Quindi almeno qualche articolo, le orchidee “terricole” lo meritano.
Sono sicuro che molti di voi proveranno a sfruttare i propri giardini, balconi, terrazzi e qualsiasi spazio all’esterno di cui si possa disporre – se si ha la fortuna di averlo! 🙂 .
Le chiameremo terricole e non terrestri perché la prima definizione, a mio modo di vedere, è più appropriata… anche le orchidee epifite sono orchidee “terrestri”, almeno nel senso lato della parola! Hanno sì qualcosa di “spaziale” 🙂 , ma questa è un’altra storia. Creiamo quindi la categoria “orchidee terricole” che troverete nella colonna a destra del blog.
Molte di esse vengono vendute come “orchidee rustiche da giardino”, e già questo dice molto sulle loro caratteristiche e sul perché mi sto attrezzando per la loro coltivazione .
Cominciamo quindi con le “Calanthe”, una delle quali, quella che vedete nella foto sopra (un ibrido di Calanthe Takane), mi è fiorita a fine di marzo.Leggi tutto “LE CALANTHE.”
stiamo giungendo alla fine di un anno veramente strano, confusionale e di reclusione (per questo aspetto, la speranza è massima) dove abbiamo imparato a superare le sfide che ci venivano poste e ci ponevamo.
Oggi preferirei non parlare più di “sfida”, termine che usai nell’ articolo relativo alle phal, bensi di “consapevolezza”; consapevolezza dell’ambiente che ci circonda nel quale facciamo vivere le nostre piante, che a questo punto scegliamo e compriamo non più in base a quello che ci racconta il venditore di turno, oppure solo per la bellezza del fiore, ma scegliamo e ricerchiamo quelle che maggiormente si prestano alle condizioni della nostra casa. La nostra abitazione è il luogo in cui viviamo, ci riposiamo dalle tensioni lavorative, dove ci sono i nostri ricordi e gli affetti ed allora perché ci vogliamo inserire elementi che potrebbero denotare e trasmettere sofferenza??
Abbiamo la consapevolezza di quali siano i fattori importanti per una pianta e sappiamo riconoscere quelli limitanti al loro sviluppo e alla loro fioritura, sappiamo trovare le giuste soluzioni per modificare, per mediare questo limite, non ci muoviamo più casualmente, ma consci del nostro ambiente, agiamo con riguardo e razionalità.
Quindi ora che sappiamo tutto, nulla ci potrà fermare dall’ avere piante perfette, sane e fioriture da record… MAGARI, la natura sempre ci sorprende, ci lascia con gli occhi aperti e la bocca spalancata.
Quante volte mi è capitato di veder fiorire una pianta che solo per passione ho deciso di non gettare, mentre il pensiero razionale mi avrebbe detto, analizzando tutti gli aspetti conosciuti che ormai persa. Oppure situazioni opposte, piante belle forti rigogliose che faticano a fiorire… evidentemente, tutto non lo conosciamo; abbiamo imparato qualcosa e sempre, se avremo voglia e passione, potremmo imparare.
Noi, di questa avventura ORCHIDEEINCASA, mai ci saremmo immaginati di trovare tanti amici lettori, tanti appassionati di orchidee, vi vogliamo fare i nostri più sinceri auguri di Buone Feste, sperando che il desiderio di conoscere sia sempre il vostro compagno di viaggio…
“ Perché è la curiosità che ci permette di alzarci ogni mattina”.
La mia esperienza di coltivazione preferita con una delle specie di orchidee che prediligo, come si può notare dai numerosi articoli di questo blog, è sicuramente quella inerente le Catasetinae.
Ho eletto (a sua insaputa 🙂 🙂 ) mio mentore e “virtuale insegnante”Fred Clarke, titolare assieme a Carlos Lopez della Sunset Valley Orchids Inc., al quale devo praticamente tutto quello che ho appreso – e messo in pratica – sulla coltivazione di questo “genere” in appartamento, coltivando in una regione settentrionale del nord Italia, regione che nulla ha in comune con la California, dove Fred e Carlos vivono e coltivano le loro orchidee.
Il mio sogno è andare a visitare le loro serre e non è detto che un giorno non si possa fare. Sicuramente sarebbe una “full immersion” nella coltivazione delle Catasetinae.
Al fine di permettere una più completa comprensione degli argomenti trattati su questo blog e poter prendere immediata visione degli eventuali aggiornamenti ed integrazioni di articoli in precedenza pubblicati, di seguito l’elenco dei medesimi.
Inoltre si comunica che è stato inserito il bottone “verde” – nella barra laterale – al fine di essere rimandati direttamente su questo elenco, per controllare gli eventuali aggiornamenti.
L’elenco verra’ aggiornato ogni qualvolta saranno pubblicate integrazioni e foto nuove su articoli precedentemente pubblicati.
Nel precedente articolo abbiamo parlato dell’importanza del fertilizzante quale “elemento nutritivo” per le nostre orchidee.
Come più volte detto, le radici delle orchidee sono molto sensibili a quanto “trasportato” dall’acqua per irrigazione, siano essi sali minerali, microelementi o macroelementi vari, sostanze “nutritive” o altro. Calcare, cloro e sodio, che molte volte sono presenti nell’acqua dei nostri rubinetti, non sono certo elementi “benefici” per esse.
Vi garantisco che lasciar decantare l’acqua per almeno 24 ore (antica credenza popolare) al fine di far depositare sul fondo quanto nell’acqua è contenuto, non risolve il problema!
Al fine di poter avere una ottima base di partenza, l’acqua per irrigazione deve quindi essere il più pura possibile (valore tendente allo 0 ppm e pH leggermente acido 6,7 – 6,9), valori che solo l’acqua piovana o da osmosi inversa ci può dare. Attenzione però… ho scritto come “base di partenza” in quanto la stessa va opportunamente corretta sia per quanto riguarda l’acidità, che per quanto riguarda “le sostanze nutritive” presenti (o per meglio dire “assenti”) in essa.
Quindi, ecco spiegato il perché sia così importante la misurazione dei valori dell’acqua. Solo sapendo i valori iniziali potremmo intervenire e variare gli stessi, portandoli a dei valori ottimali sia per il pH che per la quantità dei sali disciolti nella stessa.
Ne è passato del tempo da quando credevo che in casa si potesse coltivare ogni tipo di orchidea.
Quando sentivo parlare di serre, di impianti da osmosi inversa, di strumenti per misurare pH e conduttività dell’acqua, di dosi variabili di fertilizzante NPK etc, provavo un senso quasi di “fastidio”…
Eppure ora sto per realizzare la mia serra, ho un impianto ad osmosi inversa e raramente raccolgo l’acqua piovana, misuro la “qualità” e i “valori” dell’acqua, doso il fertilizzante a seconda della esigenza della pianta.
Eraclito diceva :”non c’è nulla di immutabile tranne l’esigenza di cambiare”. Io meno filosoficamente e più prosaicamente dico che “solo i cretini non cambiano mai idea! 🙂 🙂 ”
Chi mi conosce sa quanto abbia combattuto contro le condizioni ambientali del mio appartamento, della dura lotta che ho fatto contro la scarsa umidità dello stesso, consapevole che tutto quanto ho sino ad ora ottenuto, in un attimo di disattenzione potrebbe venir vanificato.
Premesso tutto ciò, rammento sempre che chi legge questo blog coltiva principalmente in una situazione domestica.
Cominciamo quindi a dare delle informazioni inerenti le sostanze nutritive “contenute” all’interno dei fertilizzanti e a parlare (in un prossimo articolo) dell’impianto ad osmosi inversa per avere un ottima acqua quale base di partenza.Leggi tutto “DALL’ACQUA ALLE SOSTANZE NUTRITIVE.”