Si dimentica troppo spesso che le nostre case non sono in mezzo alle foreste tropicali, il nostro non è il loro ambiente ideale. Ma vediamo come farle vivere al meglio!!!.
“ Di regola, gli uomini si preoccupano più di ciò che non possono vedere che di ciò che possono vedere.”
Giulio Cesare.
Eppure li vedo! Grandi poco più di un millimetro.
E giustamente ci dobbiamo preoccupare!
Misteriosi insetti corrono sulle orchidee, in caso di pericolo alle volte volano via…
Ovviamente il tripide è un parassita fitofago, che si attacca alla struttura della pianta, soprattutto sulle foglie, succhiando la linfa e cioè succhiando gli elementi nutritivi della stessa.Leggi tutto “I TRIPIDI.”
La mia esperienza con le Calanthe da esterno (o da serra fredda) prosegue e l’inverno non sembra prospettarsi mite come quello dello scorso anno. Sino ad ora hanno mantenuto tutte le foglie “sempreverdi” (alcune si deteriorano ovviamente).
La maggior parte delle Calanthe da serra “calda”, sono invece quelle che hanno il loro habitat naturale nelle zone tropicali e in prevalenza soggette al clima monsonico, dove in inverno ricevono pochissima acqua e quindi entrano in un riposo e alle volte in una vera e propria dormienza con conseguenti foglie caduche, mentre la primavera e l’estate sono sottoposte a elevata umidità e abbondanti piogge. Da considerare inoltre che crescono in terreni ricchi di humus generato dalla caduta delle foglie e dall’azione dei microrganismi e perciò questo dovrebbe essere il substrato da ricreare.Leggi tutto “LE CALANTHE DA SERRA CALDA. COLTIVAZIONE, DIVISIONE E RINVASO.”
Molti di voi ci scrivono chiedendoci spiegazioni in merito all’approssimarsi o meno della dormienza nelle Catasetinae o per lo più preoccupati in quanto non ne vedono – in questo mese – alcun segno. Concentro quindi qui alcune riflessioni liberamente tratte da un articolo di Fred Clarke oltre che dalla mia personale esperienza.
“L’autunnoè una seconda primaveradove ogni fogliaè un fiore”.(Albert Camus)
… e questa – aggiungo io – è la stagione dove nascono e si sviluppano la maggior parte degli steli floreali delle Catasetinae ! La maggior parte dei Catasetum dovrebbero essere già completamente maturati e per lo più fioriti, i Cycnoches dovrebbero finire la loro fioritura, le Mormodes dovrebbero fiorire presto e le Clowesiedovrebbero iniziare a breve. Il verde degli pseudobulbi ben presto lascerà il posto al colore grigio dellì inverno e della dormienza!
Partiamo da qui. Siamo a fine autunno… e il clima delle Regioni Italiane è molto diverso.
Angelica, che vive in Calabria, ha ancore massime attorno ai 25° e minime sui 15°, io che abito in Trentino ho minime che in questi giorni si avvicinano allo 0 termico e massime difficilmente sopra i 12°. Se vogliamo analizzare gli aspetti positivi, nelle regioni del Nord Italia, grazie al freddo, difficilmente gli acari in questo periodo si fanno vedere ! 🙂Leggi tutto “COME INDURRE LE CATASETINAE ALLA DORMIENZA”
Di seguito alcune considerazioni e consigli sulla coltivazione delle Catasetinae.
Questo articolo è consigliato a chi ha già un minimo di esperienza con queste piante, in quanto una rigida applicazione di quanto suggerito potrebbe portare a risultati infausti.
Molti appassionati rinunciano alla coltivazione delle Catasetinae principalmente per i seguenti motivi:
alle nostre latitudini le tenere, grandi e carnose foglie possono essere attaccate, soprattutto se il clima non è umido (dove per clima poco umido intendo un’umidità ambientale al di sotto del 50%), da molti parassiti quali la cocciniglia, afidi, acari etc.
Le Catasetinae se ben coltivate, possono diventare enormi e poco ideali ad una coltivazione casalinga
In dormienza sono completamente spoglie e poco piacevoli da vedere
Se non si riesce a portarle a maturazione nella parte finale della loro stagionalità vegetativa, non si vedranno i fiori, quindi si deve allungare il periodo vegetativo sfasando così la pianta o, per i più coraggiosi, dovendo forzare la pianta alla stessa dormienza.
Prima di iniziare a illustrare come realizzare una piccola “torbiera” in casa, illustrerò brevemente come si formano le torbiere in natura e quali sono le piante che le caratterizzano.
La torbiera è un’ambiente molto particolare che si forma solamente in presenza di molta acqua molto povera di nutrienti. Una torbiera comincia a formarsi quando sul fondo di uno specchio d’acqua si depositano materiali vegetali e animali che non vengono decomposti per via aerobica poiché l’ambiente è anossico ovvero molto povero di ossigeno.
Man mano che i detriti si accumulano lo specchio d’acqua si chiude; quando ciò avviene la superficie della torbiera viene colonizzata da specie molto particolari adattate ad un’habitat privo di nutrienti e con un pH acido. Tra i primi colonizzatori si hanno i muschi del genere Sphagnum, comunemente conosciuto come sfagno, che crescono molto velocemente in un habitat privo di elementi nutritivi e contribuiscono ulteriormente ad aumentare l’acidità grazie alle loro secrezioni. Lo sfagno è in grado di crescere anche diversi centimetri l’anno, le parti più profonde pian piano si compattano e si aggiungono alla torba formata in precedenza. In alcuni casi lo sfagno forma anche giganteschi cuscini, spessi anche un metro, che galleggiano su uno specchio d’acqua. Leggi tutto “COSTRUZIONE DI UNA SFAGNERA PER ORCHIDEE E PIANTE CARNIVORE”
Erano gli anni ’40 quando Alberto Rabagliati in “Mattinata fiorentina” cantava “E’ primavera, svegliatevi bambine” ! Mia madre, classe 1938, la cantava sempre … è solo ora che gli “ever green” non esistono più! 🙂
Ma torniamo alle nostre “green orchids” !
Perché questo “remember” del passato?
Perché la primavera è iniziata e le orchidee si stanno “risvegliando”, riprendendo la loro intensa attività vegetativa con l’emissione di nuove foglie, nuovi getti e/o pseudobulbi.
Sin dall’antichità sono conosciute le proprietà curative dell’acido salicilico, acido estratto e trasformato dalla pianta del salice da cui prende il nome.
Gli estratti di salicina, a partire dall’Ottocento, sono stati usati dall’uomo quali antinfiammatori, ottenendo poi successivamente numerosi derivati (salicilati) tra cui l’acido acetilsalicilico che tutti noi abbiamo usato e imparato a conoscere sotto il nome di “Aspirina”, uno dei farmaci più usati al mondo.
Molte sono le proprietà conosciute di questo acido (batteriostatiche, usato in dermatologia contro l’acne, nella cosmetologia più in generale etc.), ma di seguito vorrei condividere con voi la mia esperienza in campo “orchidofilo” trascurando le generiche affermazioni che si trovano in rete sull’uso dell’aspirina in campo botanico.Leggi tutto “L’USO DELL’ACIDO SALICILICO NELLE ORCHIDEE”
Molte zone del Brasile, oltre che per essere famose quale terra natia e habitat naturale di innumerevoli orchidee, sono conosciute da molti coltivatori per la coltivazione in PET, e cioè la coltivazione delle piante in bottiglie di plastica. In effetti la sigla PET deriva dalla sigla chimica del polietilentereftalato o polietilene tereftalato che è una comune resina termoplastica particolarmente adatta al contatto alimentare e facente parte della famiglia dei poliesteri .
Che questa plastica sia uno dei prodotti più inquinanti prodotti dall’uomo è innegabile ed è quindi buona cosa che la stessa sia riciclata nel modo corretto e nella maggior quantità possibile. Anche se la maggior parte di chi coltiva in PET lo fa per un senso pratico ed economico più che per una spiccata sensibilità ambientale.
Un modo poco conosciuto ma usato tra gli orchidofili è l’impiego dell’alcool isopropilico.
L’ alcool isopropilico, impropramente identificato quale “isopropanolo”, viene usato per molteplici scopi: per sciogliere oli, macchie e resine, pulire i motori e le ottiche, nei detergenti per lavare i piatti, nella pulizia di schede elettroniche e contatti elettrici, viene usato negli ospedali e in applicazioni farmaceutiche, in molti prodotti igienico sanitari, come sgrassatore e come disinfettante.
Non tutti sanno però che può essere usato per combattere la cocciniglia sfruttando le sue proprietà di essere miscelabile con l’acqua e dell’estrema volatilità allo stato puro.
Germi, batteri, microbi e anche la più “voluminosa” cocciniglia, compresa quella a scudetto (che portano malattie e infezioni anche alle nostre orchidee) vengono letteralmente “sciolti” all’istante per contatto con alcool isopropilico, che riesce ad eliminare e uccidere questi fastidiosi e nocivi “insetti” fitofagi.Leggi tutto “L’USO DELL’ ALCOOL ISOPROPILICO SULLE ORCHIDEE.”
L’articolo su questo blog verrà integrato nella descrizione delle specie con le foto delle relative fioriture della collezione e coltivazione di orchideeincasa.it .
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