Cymbidium tra le orchidee più facilmente reperibili in commercio, prima molto amate e diffuse, oggi passate in secondo piano, sorpassate dalle Phalaenopsis e da altre orchidee più contenute; si ritrovano nelle festività invernali e primaverili, nei negozi di fioristi o nei garden center sia come piante sia come fiori recisi È facile regalarne o riceverne uno in regalo proprio per la bellezza della loro fioritura. La sua ammirazione decade quando, passata la fioritura, tale pianta, a differenza delle altre ci appare più grande ed ingombrante rispetto a quando era in fiore ed inoltre, non si sa esattamente come trattarla, il che ci porta ad abbandonarla in un angolo della casa o meglio in balcone
Sono orchidee epifite, che crescono cioè sulla corteccia degli alberi; ma anche terrestri, crescendo alla base degli alberi, in humus fogliare.
Hanno sviluppo simpodiale con voluminosi pseudobulbi, strettamente ammassati tra loro da cui prendono origine sia le foglie sia gli steli a fiore.
Le foglie in numero variabile da 3 a 12 sono lunghe nastriformi, ricadenti, flessibili, ma vi sono anche specie con foglie dure e rigide. Occorre fare attenzione perchè le foglie catafilliche, avvolgendo lo pseudobulbo, possono nascondere, e rendere difficili da vedere, eventuale parassiti, tipi cocciniglia.
Lo stelo fiorale è lungo, si forma alla base dello pseudo bulbo maturo, può essere eretto o ricadente, può portare fino a 20 fiori di dimensioni variabili.
Il fiore, come in tutte le orchidee, è costituito all’ esterno da un sepalo dorsale e da due sepali laterali, all’ interno da due petali e da un labello, che è la parte più vistosa e colorata del fiore.
E’ possibile in base alla dimensione del fiore suddividere i cymbidium in due gruppi: quelli classici chiamati anche standard con fiori grandi, circa 10 cm di diametro, e i miniatura con fiori molto più piccoli. È da notare che per tantissimi anni solo le specie a fiori grandi hanno contribuito allo sviluppo degli ibridi attuali, diffondendo la loro conoscenza e commercializzazione, sono quelli che con facilità si possono reperire nei negozi di fiori; solo recentemente si sono diffusi quelli a fiore piccolo.
Vi è poi una nuova categoria di Cymbidium che sta emergendo a livello commerciale i cosiddetti “Cascade”, cioè Cymbidium a inflorescenza pendula.
I cymbidium sono molto esigenti in fatto di alimentazione, lo dimostra il voluminoso e robusto apparato radicale di cui dispongono; grosse radici carnose, ricoperte da un velamen bianco.
Come già precedentemente detto, parlando dei Dendrobium, per meglio coltivare tale pianta è utile capire il suo ambiente naturale: il genere Cymbidium presenta un areale molto vasto, diffuso prevalentemente nel continente asiatico, si spinge dal Nord ovest dell’India , Thailandia e al Giappone, si presenta quindi, in ambienti estremamente vari; dalle regioni elevate delle Cina e dell’Himalaya, piante che necessitano di periodi freddi per avviare la fioritura, a zone a clima temperato,e in regioni contraddistinte dalle foreste tropicali, quindi temperatura e umidità elevate.
Come vedete il suo areale in alcuni punti si sovrappone a quello del Dendrobium che ho affrontato nell’articolo precedente per cui le cure, le coltivazioni di assomigliano molto.
Entriamo nel dettaglio, e mi riferisco alla coltivazione dei Cymbidium a fiori grandi, quelli standard, quelli più facilmente reperibili, essi provengono da specie himalayane e cinesi
In natura questi Cymbidium a grandi fiori crescono tra 1000 e 3000 m, su tronchi e rami di grandi piante caducifoglie o alla base di questi, in foreste montane; il clima pertanto è caratterizzato, da estati calde ed umide (per l’arrivo dei monsoni estivi) e da inverni freddi e secchi.
Come vedete si ritrova l’inversione dei periodi rispetto al nostro ambiente di coltivazione, pertanto d’estate vanno tenuti all’aperto, in posizione soleggiata, in terrazzo od in giardino e bisogna annaffiare molto abbondantemente (ovviamente in relazione al substrato) – nel loro ambiente naturali di fatti piove tutti i giorni- e fertilizzare con regolarità (diciamo ogni 3 annaffiature con 2gr/litro).
Se la posizione in cui lo collochiamo è soleggiata sarà opportuno arrivarci per gradi, altrimenti si correrà il rischio delle scottature; una posizione soleggiata porterà le foglie ad assumere una colorazione gialla verdestra, sintomo di BUONA posizione, la colorazione verde tornerà d’autunno. Altrimenti se le foglie restano di un verde intenso significa che la luce è stata insufficiente e la fioritura sarà scarsa o assente.
RICORDIAMOCI più sole più acqua.
Verso la fine di settembre sarebbe opportuno spostare le piante in luoghi in cui la temperatura scende verso i 10 gradi di notte, è proprio questa esposizione al fresco a stimolare la fioritura ed ovviamente si riducono le annaffiature fino a sospenderle del tutto con l’arrivo di dicembre.
Sebbene come abbiamo detto siano piante di montagna e in grado di resistere a bruschi abbassamenti di temperature, quando le giornate fredde sono molte ed durature occorre ripararle.
Inoltre le piante su cui vivono, perdono le foglie nel periodo invernale, pertanto il Cymbidium si troverà innondato da tanta luce, pertanto quando le ripariamo dal freddo, mettiamole in ambienti luminosi in quanto la pianta continua la fotosintesi anche d’inverno! Ma soprattutto una cattiva esposizione ai raggi del sole è tra le prime cause di non fioritura. Ripeto ha bisogno di luce, anche e specialmente nel periodo autunnale e invernale.
Capito quanto sopra, la coltivazione dei Cymbidium è assai semplice, basta rispettare le regole generali, in sisntesi: usare un substrato assai drenante ma che mantenga al contempo l’umidità, dare molta, molta luce ed acqua d’estate, fertilizzare bene, ed esporre la pianta a temperature fresche in autunno, proteggendole però dal gelo.
Se tutto è andato bene durante la coltivazione estiva, quando nel tardo autunno poniamo al riparo le piante dal freddo (dal frdddo rigido, perchè abbiamo detto che gradiscono le notti fresche, attorno ai 10 gradi), potremmo già vedere l’inizio dello sviluppo dell’inflorescenza dalla base dello pseudobulbo maturo.
L’infiorescenza si distingue benissimo dal getto vegetativo, stringendolo tra le dita si riesce a sentire una maggiore consistenza, addirittura si possono sentire delle piccole palline….i futuri fiori.
In circa tre mesi si avrà la fioritura, di solito tra febbraio e marzo. Durante tutta la fase di maturazione dei boccioli e fino alla loro totale apertura, le temperature notturne non devono superare i 10/12°C.
Il caldo eccessivo potrebbe danneggiare seriamente la pianta, portando alla caduta i boccioli.
Terminata la fioritura, se la pianta lo richiede, pseudo bulbi ammassati al bordo del vaso o rialzati (sembra che tutta la pianta sia stata spinta verso l’alto), possiamo effettuare un rinvaso e riprendere il ciclo.
Per il rinvaso, abbastanza complicato per via delle grosse e carnose radici della pianta (non sono ramificate) che solitamente si presentano totalmente ammassate e costrette dal vaso, difficilmente districabili, si usa un substrato assai drenante ed aperto; corteccia di pezzatura grossa, con aggiunta di carbone, anche pezzi di polistirolo; questo substrato, può essere integrato da pezzi grossolani di torba fibrosa, foglie di faggio sminuzzate o terriccio di bosco (sono anche piante terrestri).
Se durante il travaso abbiamo trovato radici marce o rotte e necessario tagliarle con attrezzi sempre disinfettati; dopo il rinvaso per far cicatrizzare al meglio le ferite prodotte si terrà la pianta all’asciutto ed in posizione più ombreggiata, effettuando delle nebulizzazioni costanti per garantire alla pianta l’umidità necessaria.
Se usiamo vasi alti, consigliati perché le radici si sviluppano in profondità (vedi la spinta verso l’alto della pianta), è utile mettere del materiale inerte su fondo, sempre per aumentare il drenaggio (argilla espansa o tufo vulcanico, etc..). Ricordarsi che il vaso deve avere abbondanti fori di drenaggio; se ce ne fossero pochi e se abbiamo usato materiale che trattiene acqua, ne vanno praticati altri con il trapano o con un cacciavite arroventato sulla fiamma che permetteranno uno scolo rapido dell’acqua di annaffiatura. Se abbiamo riscontrato problemi di marciumi, dopo aver lavato bene le radici, è consigliabile mettere l’apparato radicale residuo a bagno in una soluzione acquosa con un fungicida.
Durante l’operazione di eliminazione delle radici rotte o morte è possibile eliminare anche gli pseudobulbi più vecchi ed esauriti, cioè quelli che non portano più le foglie. Questi ultimi, chiamati retrobulbi, se mantenuti umidi e interrati per circa 1/3 possono originare nuovi germogli e quindi nuove piante.
Se invece la pianta è già grande ed ingombrante e, continua a crescere e noi, non abbiamo più spazio, si rende necessaria un divisione. In tale operazione è fondamentale lasciare 4-5 pseudobulbi per porzione. La divisione richiede l’utilizzo di forbici e coltelli disinfettati, ben affilati perché il pane di radici è molto compatto ed intricato, solo successivamente sarà possibile usare le mani per districare e assecondare le linee di accrescimento del rizoma.
Saluti.
Aggiornamento 31/05/2019
Ciao di nuovo,
ho riletto l’articolo ed è importante fare alcune aggiunte, alcune precisazioni: la pianta necessita di luce, ma come detto occorre arrivarci per gradi pena la scottatura, eccole ;
Questi segnali vi diranno che la pianta ha ricevuto la luce troppo bruscamente e quindi la posizione è troppo aperta; sono piccole necrosi a cui la pianta riesce a sopperire, ma ovviamente meglio non averle.
Inoltre suggerivo una buona irrigazione, vediamo di trovare anche qui i giusti segnali; un eccesso di acqua viene manifestato dalla pianta con l’annerimento della punta della foglia
In questo caso, abbiamo dato troppa acqua alla pianta in relazione al substrato che abbiamo usato (un substrato costituito da materiale con elevata capacità di ritenzione idrica ci deve portare a ridurre le annaffiature), non abbiamo fatto sul fondo del vaso un buon drenaggio, non ci sono state giornate calde e assolate ed abbiamo continuato ad annaffiare come quando vi erano, abbiamo travasato la pianta in vasi più grandi con più substrato che ovviamente trattiene più acqua.
Impariamo a leggere i segnali, inizio di punte nere, lasciamo asciugare il substrato.
Potremmo anche tagliare, con forbici disinfettate, le punte annerite e osservarle poi attentamente per vedere se i nostri cambiamenti hanno prodotto migliorie.
di nuovo i miei saluti.
Ciao Simone,
Ho un Cumbidium da un mesetto, preso bello rigoglioso , 5 steli floreali ora tutti coi fiori aperti. Da una settimana ho notato parecchie foglie tendenti al marrone. Non so cosa possa essere. Ho dato da bere per immersione dopo che ho visto asciutto il substrato. Dove posso mostrarti delle foto?
Essendo un blog e non un forum se vuoi farci vedere una immagine la dovresti caricare da siti esterni tipo https://postimages.org/ , seguire le istruzioni e postare il link di collegamento.
oppure la invii a redazione@orchideeincasa.it che ci pensiamo noi.
Se usi quest’ultimo sistema avvisaci con un commento perchè non siamo sempre così immediati nella lettura della posta!
Felice giornata,
orchideeincasa
il vostro articolo e i consigli mi sono stati molto utile per la coltivazione dell’orchidea cymbidium. grazie
Grazie.
Felice che l’articolo di Simone ti sia stato utile.
Il prossimo articolo sarà sulle orchidee da serra fredda.
Ciao.
Bellissimo articolo e molto utile. Vedrò di applicare vostri consigli ai miei cymbidium che ad oggi mi hanno fatto solo foglie!
Ciao.
Grazie per il tuo commento.
Il secondo articolo del mese di marzo parlerà della mia esperienza con questa pianta e considera che ho appreso tutto da Simone .
E’ da novembre che sono in fiore e ho gli ultimi tre in fioritura a breve.
Ti posso garantire ( e oggi siamo a – 4° ) che è solo una questione di “posizionamento” ambientale.
Seguici!
ciao
Grazie. non vedo l’ora allora di leggere il tuo articolo di marzo!
E’ un piacere.
Ho anticipato l’uscita dell’articolo sul diformismo sessuale delle Catasetinae così il primo articolo di Marzo sarà integrato appositamente per te!
Ciao
Ciao e ben trovato,
Sappi che mi rendi felice, il tuo commento a questo articolo mi rallegra, xchè vuol dire che vi sono ancora estimatori di questa pianta “vintage”; pianta che ha avuto la sua esplosione in anni ormai passati.
Una corretta collocazione aiuta molto e fa perdonare errori colturali.
Un saluto.
Grazie a te del bell’articolo. Adoro i Cymbidium. Peccato non riesca più a trovare dei vivai che vendano piante a fiore piccolo.
Credo di aver fatto degli errori di posizionamento nel passato e di non aver dato la possibilità alle mie piante di stare un po’ al fresco.
Ri-ciao Michele.
Penso che tu abbia già individuato due errori sicuramente commesi nella coltivazione dei tuoi Cymbidium.
1) la carenza di freddo che porta la pianta a non fiorire o a fiorire in modo stentato.
2) Il cymbidium è una pianta eliotropica e cioè che non tollera ( o assai poco) gli spostamenti che variano l’orientamento dello stimolo luminoso (naturale o artificiale che sia). Per questo segno i miei vasi e se li devo spostare li oriento sempre allo stesso modo!
A presto.
ciao
Salve,
volevo alcuni consigli sulla mia orchidea.
È arrivata in casa nostra a Febbraio, fiorita e stupenda.
Ha perso tutti i fiori da poco, e non mi ha dato grossi problemi.
Ma una settimana fa alcune foglie si sono seccate, e un bulbo si è rovinato.
Allego le foto.
Potreste darmi indicazioni precise?
Grazie anticipatamente
Fabiana
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Ciao Fabiana, fammi capire stiamo parlando di questo febbraio, febbraio 2021, giusto?.
Se cosi mille sono le variabili…..nel senso che non puoi sapere come è stata tenuta e gestita questa pianta, può essere passata da condizioni ottimali per lei, al tuo ambiente domestico non perfetto, una fase di assestamento è comprensibile. Può essere stata tenuta male ed allora risentirne successivamente.
Partendo da queste due supposizioni dobbiamo anche dire che se il “bulbo” incriminato si trova al centro della pianta può essere una normale senescenza. Ti consiglierei di pulire meglio i “bulbi” dalle vecchie foglie, li si annidano solitamente insetti dannosi e defogliatori.
Dal colore delle foglie, ovviamente deducibile dalle foto, direi che la pianta non riceve sufficiente luce e neppure come durata, mi sembrano verde intenso. Non vedo neppure bruciature da sole. Le mie sono giallo-verde, ho piante in all’esterno in pieno sole.
Rammenta che è una pianta famelica, ha fame non disdegna il concime anche di 2gr in un litro d acqua.
È pianta che necessita del periodo freddo e NON una totale interruzione delle irrigazioni come il DN, seppur condividendo in parte lo stesso areale.
Tienici aggiornati.
Ciao Fabiana..
L’articolo di Simone sui Cymbidium contiene praticamente tutti i consigli sulla coltivazione di questo genere .
Ovvio che – al profano – sentir parlare di “periodo freddo e riposo della pianta” sembra piuttosto strano… I più pensano che le piante (orchidee comprese) si sistemano in un angolo della casa, gli si da da bere (quando ci si ricorda 🙂 ) e tutto finisce li.
Purtroppo (e per fortuna) non è così.
Il cymbidium è una pianta da “serra fredda” e, se ti interessa ti consiglio di leggere questi articoli.
Sono la base per comprendere la coltivazione di queste piante.
Il Dendrobium
La suddivisione per zone climatiche
La serra fredda
Appunti sul Cymbidium .
Tieni presente che ora la pianta riparte per accumulare riserve per la prossima fioritura … sei nel giusto momento per fare un ottimo “allenamento” e prepararla per una stupenda prossima fioritura.
Confidiamo che le nostre risposte ti possano aiutare.
Ciao.
Buongiorno! Ho un cymbidium “antico”, me l’ha regalato, fiorito, la nonna del mio compagno, figlio di una pianta che aveva da tantissimi anni… C’è l’ho da 4 anni e nn ha più fiorito ma quest’inverno l’ha passato davvero male. Casa piccola con stufa a pellet, l’unica stanza luminosa è la zona giorno ma ci sono minimo 17 gradi, 22 alla sera… X ovviare l’ho bagnata spesso, troppo spesso, credo di averle fatto marcire le radici, le uniche in vista sono molli e come vuote… E come letto nell’articolo le foglie hanno iniziato a seccare dalla punta. Ora DEVO assolutamente cercare di salvarla… È in un vaso di coccio, in quella che sembra normale terra da giardino, svaso pulisco le radici morte e poi? Ho letto altrove di usare la cannella, stesso vaso o meglio in plastica? Più piccolo visto che la parte “viva” si è ridotta e le piace stare nello stretto? Scusate il papiro lunghissimo e grazie per i consigli
Ciao Silvia.
Vediamola positiva… 🙂
Non ti è mai fiorito per ragioni di temperatura e sei stata brava a mantenerlo in vita sino ad ora.
Ti consiglio di leggere con attenzione questo articolo nel quale si parla anche dei motivi della mancata fioritura dei Cymbidium.
Ovviamente , se la tua abitazione non ha un balcone, una stanza fredda o un giroscale non riscaldato sarà molto difficile che ti fiorisca.
Ma, per ora, il tuo scopo è salvare la pianta.
Il primo consiglio è di cogliere l’occasione per rinvrinvasarlo e quindi controllare così le radici medesime.
Devi usare un vaso un paio di centimetri più grande dell’ attuale apparato radicale (se la pianta ha già occupato tutto lo spazio considerando la pianta al “netto” e cioè pulita e bonificata) in quanto ai cymbidium piace stare stretti, come substrato un materiale molto drenanrte (io uso bark pezzatura media, perlite,argilla espansa e torba di sfagno).
Il vaso di coccio è perfetto in quanto (di solito) l’estrazione della pianta risulta molto più semplice.
QUI una foto dell’impianto radicale di un Cymbidium che ho rinvasato la scorsa settimana per un altro problema … considera che le radici sono molto bagnate e nonostante tutto sono quasi bianche, turgide e ovviamente senza segni di marciscenza.
Se trovi radici marce devi fare un restyling e una pulizia completa della pianta.
Una volta pulita e sanificata devi immergere la pianta (tutto l’apparato radicale) in un funghicida ( io uso Previcur Energy della Bayer a dosi di 3ml x lt).
Nel tuo ambiente io continuerei con il vaso di coccio che respirano meglio. Con un vaso di plastica molto probabilmente sarebbe già tutta marcita.
Spero di aver risposto alle tue domande e aspettiamo anche i consigli di Simone che è l’autore di quest’articolo!
Buona fortuna e facci sapere.
Ciao
Grazie! Ho un piccolo terrazzo, coperto e chiuso su 3 lati ma vivo in un paesino di montagna nel nord del Piemonte e gli inverni sanno essere molto freddi… Che temperature minime reggono e x quanto tempo? Magari questo autunno riesco a costruire (a farmi costruire ?) un riparo sulla mensola dove passerà l’estate e magari dell’isolante intorno al vaso…. Ma credo che scenderà cmq vicino allo 0
Ps: Dopo aver letto il tuo articolo sulla serra fredda (e nn gelida) mi sono risposta da sola…. Cercherò di farla stare bene, anche senza fiori, in attesa di cambiare casa, cosa che succederà visto il poco spazio un bimbo piccolo e la mancanza di giardino
ciao Silvia, benvenuta.
come avrai capito leggendo l’articolo o meglio gli articoli che trattano di questa pianta vintage, il luogo in cui la coltivavi ed il modo in cui la gestivi non erano esattamente appropriati, non voglio dire sbagliati, perchè l’areale in cui questa pianta si presenta è molto vasto ed esteso, spingendosi in ambienti estremamente diversi tra loro….caratteristica comune e necessaria per questa pianta è la presenza di inverni freddi e secchi, prerogativa per una fioritura. Tuttavia non dobbiamo dimenticare le estati calde, piovose e umide determinate dall’arrivo dei monsoni.
Questa piccola premessa serve soltanto ad analizzare il tuo ambiente di coltivazione: stanza con stufa(io leggo poca umidità ambientale), 17 gradi di giorno – 22 la sera(io leggo sfasatura per la pianta a seguito di temperatura più alta durante la notte rispetto al giorno, con ribaltamento dell’escursione termica), bagnata spesso in vaso di coccio(io leggo difficoltà di scarico dell’acqua per via dell’unico foro che solitamente vi è nei vasi di coccio), radici in vista(io leggo asfissia, solitamente i cymbi “commerciali” non hanno radici a vista), punte delle foglie nere( io leggo troppa acqua in relazione al substrato di coltivazione) normale terra da giardino (io leggo…e te che leggi???).
Ovviamente una pianta in queste condizioni difficilmente arriverà alla fioritura, periodo per me, più stressante per la pianta stessa e soprattutto periodo che necessità di attenta preparazione estiva e ricca di nutrimenti. Altro requisito necessario il freddo o meglio il fresco. Come vedi la mancanza di fioritura non dipende esclusivamente dal freddo, bensi da insieme di fattori( anche la luce) in cui il freddo stimola l’induzione a fiorire. Devi quindi gestire la pianta per poi arrivare al freddo. Capito questo, passiamo al travaso, hai mai visto l’apparato radicale di un cymbi?? Sono un insieme, una massa, un intreccio di radici(grosse carnose, ricoperta da bianco velamen) tra loro talmente strette avviluppate da renderle inestricabili e difficilmente pulibili…..anche armati di tanta, TANTA pazienza, il risultato sarà difficile da raggiungere, limitati semmai a levare quelle marce vuote o rotte. Pulisci via il vecchio terriccio. Il vaso di coccio ottimo, sia per la stabilità della pianta, sia per la sua porosità ma vi praticherei ulteriori fori di scolo. Il substrato deve essere drenante e ricco.
Ovviamente gli attrezzi devono essere puliti e disinfettati, e se ti fosse possibile un bagnetto in un soluzione contenente antifungo.
Dopo tutte queste parole avrai capito che rispondere alla tua domanda, di quale sia la temperatura limite e per quanto tempo, è molto difficile rispondere, in quanto la resistenza dipende dalla “forza” accumulata dalla pianta durante l’estate. Beh certamente non le metto alla prova con temperature folli.
Non dimenticare di fornire luce anche nel periodo invernale.
Saluti Simone
Salve! Ho preso quest’inverno due bulbi maturi con annesse foglie dalle piante grandi di mia mamma! Le ho tenute in uj luogo molto luminoso e riparato, nessun problema! Ho notato però spostando il substrato due ripartenze, come quella che si vede in una delle foto sopra… è mai possibile in questo periodo??
Ciao Maria Chiara!
Certo!
E’ primavera e i Cymbidium, come la stragrande maggioranza delle orchidee e delle altre piante ripartono.
Se è come quello che vedi nella seconda e nella nona foto di quest’articolo è un nuovo pseudobulbo, se invece passandolo tra le dita senti delle protuberanze è un getto floreale. Il getto floreale lo vedi nella settima foto.
Non è stagione ma ho visto dei “tardivi o precoci” che dir si voglia, fiorire anche fuori stagione.
Tutto dipende da come è stato tenuto. E il fatto che abbia subito uno stress da divisione non aiuta a capire in che stato sia la pianta.
Ciao e grazie per la visita e facci sapere cosa diventa!
ciao Maria Chiara,
in Natura tutto è possibile, poi sarebbe anche il periodo giusto e corretto.
Un piccolo consiglio, quando stacchi dalla pianta madre i bulbi, assicurati di prelevarne almeno tre assieme di grandezze( quindi stadi di crescita)differenti.
saluti simone
Commento di Silvia posizionato in giusto ordine cronologico!
Ciao! Essendo giornata di rinvasi eccomi con le lacrime agli occhi… le robuste e famigerate radici del cymbidium nn le ho viste…. Tutto marcio, secco e vuoto… Ho salvato una decina di pseudobulbi con qualche abbozzo di radice sana. Bagno nel funghicida, faccio asciugare e poi? Posso sperare che riparta? Li lascio solo appoggiati al substrato o li interro leggermente? Le foglie le hanno ancora, nebulizzo ma nn bagno? Faccio una struttura in fil di ferro, come quelli che mettono sui gerani ricadenti x venderli, x tenere in piedi le piante? Ma nn saprei come ancorarle più saldamente…
Ciao Silvia, ti riporto la mia esperienza di un paio di mesi fa. A inizio aprile ho ‘rubato’ da una pianta di mia madre 2 pseudobulbi di Cimbydium ormai vecchi, senza foglie né radici, ma che erano belli sodi. Ho disinfettato i tagli con polvere di cannella e lasciato cicatrizzare per qualche giorno. L’8 aprile ho messo in un vasetto di vetro una manciata di substrato (bark/pietra pomice/sfagno) umido ed ho poggiato sopra gli pseudobulbi. Ho chiuso il vasetto con la pellicola trasparente forata per favorire la formazione di un microclima umido ma con un minimo di ricambio d’aria, ed ho messo il tutto in casa, ai piedi di un balcone da cui non entra il sole diretto. Ho aperto il vaso una volta a settimana per favorire l’asciugatura del substrato, per ricambio d’aria, e all’occorrenza, ho nebulizzato nuovamente il substrato. Ad oggi, ciascuno pseudobulbo ha una gemma di circa 2 cm di lunghezza, non hanno ancora sviluppato radici, ma noi orchidofili, abbiamo tanta pazienza! Visto che i tuoi pseudobulbi hanno ancora le foglie, io ti consiglierei di accorciarle a circa 20 cm per diminuire la traspirazione ed avere delle piante che è più semplice tenere stabili. Puoi poggiarli sul substrato, interrando i moncherini delle radici, nebulizzando di tanto in tanto foglie e substrato. Ti ripeto che ci vorrà pazienza, ma sono sicura che riuscirai a non perdere la pianta
Ciao Silvia.
Due sono le strade, quella che già Valeriai ha sperimentato con successo e cioè mettere alcuni pseudobulbi in” Vitro” – un ambiente umido, caldo e con luce giusta – in modo possano spuntare nuovi getti dagli stessi.
Ma è un procedimento dove non puoi sbagliare altrimenti butti tutto! Insomma è da noi “alchimisti delle Orchidee” ! 🙂
Io personalmente metterei i bulbi in un vaso interrandoli come lo erano prima e cioè appena sopra un quarto dello pseudobulbo stesso (hai la fortuna che alcuni hanno ancora l’apparato radicale! E questo ti faciliterà il successo!). Se non hanno radici interrali leggermente di più.
Taglia le foglie come ti ha consigliato Valeria ricordando però che le stesse hanno si funzione importantissima – ma che sottraggono energia allo pseudobulbo per vivere oltre che a stabilizzare ( o radicare) la pianta, in quanto sono le radici che sostengono la pianta e portano energia a tutto l’apparato.
Ovviamente dovrai nebulizzare sia il substrato (senza inzupparlo ma mantenendolo costantemente umido) che le foglie, nebulizzazione da farsi solo al mattino, porre la pianta dove sia stabile e ferma con la giusta luce (i cymbidium sono piante geofite) e in questo caso non sole diretto.
Facci sapere se qualcosa prende ma ricordati la regola delle 3 P e delle 3 T di Giancarlo Pozzi, pazienza pazienza e pazienza e tanta, tanta, e ancora tanta!
Ciao
Buonasera!
Sono una giovane donna riminese che, dopo vari tentativi su Internet, è da poco “approdata” al Vostro blog, trovandolo molto interessante. Ho trovato infatti il Vostro blog cercando informazioni sulle orchideee Cymbidium, dopo che mia madre ed io, affidandoci ad altri video trovati su Internet, nell’ultima settimana di aprile abbiamo rinvasato il nostro Cymbidium (regalatoci qualche anno fa) dividendolo in due vasi. La pianta originale stava bene ma c’erano troppi pseudobulbi nel vaso.
Per la divisione abbiamo tolto le radici secche e abbiamo spuntato le rimanenti; abbiamo diviso gli pseudobulbi (disinfettando con alcool lo strumento usato) mettendone 4/5 in ogni vaso. Seguendo le informazioni trovate, non abbiamo dato acqua per diversi giorni, poi abbiamo nebulizzato la torba in superficie e infine, dopo circa 3 settimane, le abbiamo innaffiate, lasciando drenare bene. I due vasi sono stati posizionati dove era la pianta originale, cioè davanti ad un finestrone esposto a nord-ovest, che dà molta illuminazione (da notare che lì davanti abbiamo da tempo diverse piante di Phalaenopsis che stanno bene).
Inizialmente nei due vasi le piante sembravano stare bene, poi hanno iniziato a peggiorare. Dopo aver verificato la posizione dei rizomi, scoprendo quelli più “sepolti”, e cercato poi di regolarizzare le innaffiature, devo dire che, nonostante alcuni pseudobulbi si siano seccati dopo aver perso le foglie (e dopo la caduta di un vaso per terra perché abbiamo inciampato su una gamba del sostegno…!), la situazione in circa un altro mese (cioè a 1 mese e 3 settimane dal rinvaso) pareva essersi stabilizzata; negli pseudobulbi rimasti “attivi” c’erano anche alcune foglie più giovani e una piccolissima e fragilissima foglia appena spuntata… che emozione!
Purtroppo però da qualche tempo vediamo svolazzare sui due vasi diversi moscerini neri e lunghi circa 1 millimetro, che forse vengono dal terriccio del vaso (vedi le foto “insetti” ). Ho cercato in rete, ma non ho trovato informazioni su moscerini così piccoli e neri, bensì di moscerini più grandi oppure biancastri. Non riusciamo a capire che moscerini sono e quindi come liberarcene… Non bastavano le cocciniglie che periodicamente ritornano…?!?!
Abbiamo purtroppo constatato che inesorabilmente diverse foglie nei due vasi -compresa la fogliolina che è spuntata da poco- stanno diventando marroni a partire dalla base (vedi le foto ). Che strazio! Non sappiamo come fare!!! Potete aiutarci a capire dove sta il problema? Ci stiamo amaramente pentendo di aver diviso la pianta originale e di averla rinvasata…!
In attesa – se vorrete e se è possibile – di un Vostro riscontro in merito e rimanendo a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Vi ringrazio per la disponibilità e, augurando buon lavoro, cordialmente saluto. A presto!
Valentina Cenci
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Ciao Valentina.
Simone ti risponderà sicuramente.
Mi permetto solo di dire una cosa sugli insetti.
Stabilire che tipo di insetto è – da uno foto – è molto difficile ma molto probabilmente è un tripide anche se gli esemplari adulti sviluppano le ali e le usano molto raramente e quando si sentono in pericolo.
Devi valutare se gli stessi escono dal substrato ma comunque io userei un prodotto chimico e valido per tutte “le cose” 🙂 che volano!
Il buon “vecchio” Confidor e/o i cosiddetti “generici” a base di Imidacloprid (ora sostituiti con Acetamiprid) è come il napalm per queste bestiacce, non vi è insetto che vi resista.
Puoi usare anche il Decis 15 EW o il Decis Jet della Bayer, mi permetto solo di consigliarti però di seguire sempre e comunque le indicazioni sul foglietto illustrativo!
Usalo sia sulla pianta che nel bark.
Ciao
ciao Valentina,
nella tua gestione ci sono tante cose che non capisco, una gestione che non ha capito e compreso lo spirito di questa pianta, e del suo ambiente di coltivazione. Comprendo che internet possa fornire tante informazioni ( e tante bufale che ti possano aver sviato) ma sta a noi capire quale maggiormente si adatti al nostro ambiente di coltivazione avvicinandosi il più possibile al luogo originario (a tal proposito rileggi l’articolo) -diverso dall’ambiente delle phal-.
Ma prima perchè hai voluto dividere(in realtà te usi il termine rinvaso…operazioni differenti e per motivi vari) la pianta; dici che hai fatto due vasi con 4/5 pseudo bulbi, quindi la pianta madre ne aveva una decina, non mi sembrano così tanti (controlla l’articolo e vedi come i miei erano appressati).
Sarei curioso di vedere la pianta prima del tuo intervento e del suo stato viato che la collocazione nord-ovest non è delle più adatte..
Una volta effettuata un’operazione del genere, nel tuo caso di divisione e con il pane di radici dei cimby così compresso e complicato, andiamo per forza a creare delle rotture, pertanto per assicurarci la pronta ripresa della pianta occorre fare tale operazione quando tutti i fattori ambientali sono favorevoli e corretti, si utilizza un substrato nuovo e sterile con la pulizia anche del vaso ( gli insetti correttamente identificati da Gioachino, non si trovano nel terreno nuovo( hai utilizzato un vecchio substrato??)
Con le orchidee e a maggior ragione con tale operazioni di divisione occorre TANTA TANTA pazienza.
S
Buonasera Gioacchino e Simone! Grazie mille per i Vostri consigli e scusate se rispondo solo ora…! Purtroppo io non ho una foto della pianta madre prima della divisione, e sono coscia anche del fatto di essere stata un po’ frettolosa e superficiale, non avendo esperienza, nel dividere gli pseudobulbi, che ho scoperto essere una operazione non molto gradita dal Cymbidium; forse sarebbe bastato solo rinvasare in un vaso più grande, senza dividerlo… In questi mesi, inoltre, ho acquisito consapevolezza sulla necessità di conoscere bene le condizioni e i fattori che la pianta richiede in natura per svilupparsi e crescere, e soprattutto sull’opportunità di ricrearli il più possibile simili in casa. Inoltre -sempre per inesperienza- ho utilizzato un substrato non nuovo -sebbene apparisse buono- e non ho pulito il vaso, e forse questo è il motivo della comparsa degli insetti, che notoriamente si “svegliano” col caldo. Effettivamente tali “moscerini” volano solo se li stuzzichi dando dei colpetti al vaso, ma normalmente camminano. In proposito, vorrei fare due domande: poiché le piante sono “ridotte” a pochissime foglie, dando il veleno sopra di esse oltre che sul substrato non sarebbe una “mazzata”? Non so se dico bene, ma vedendo le foglie penso che ci siano problemi alle radici: il veleno penetrerebbe anche fino a loro (dandolo sul substrato) oppure sarebbe meglio trasferire quello che rimane delle piante (ossia anche gli pseudobulbi secchi) in un vaso pulito con terreno nuovo? Forse questo permetterebbe di controllare lo stato dell’apparato radicale, ma sarebbe comunque un evento traumatico per queste piante… Però penso anche che solo con la pazienza -ovvero senza fare niente- la situazione diventi irreversibile. Comunque, mi piace pensare che -con pazienza!- gli pseudobulbi secchi possano riattivarsi, sebbene mi spiaccia pensare di essermi fatta un po’ di esperienza sulle foglie (non avendo lui la pelle…) del mio sventurato Cymbidium…!
Confidando in un altro momento di confronto e in un Vostro parere a riguardo, auguro buon lavoro e buon proseguimento. A presto! Valentina
Ciao.
Usato substrato vecchio, non pulito il vaso… mi sembra che tu abbia già risposto alle tue domande. 🙂
Al 90% sono sicuramente tripidi.
Sempre stando alle tue affermazioni sembra che hai ancora problemi all’impianto radicale.
Come dici tu se non fai niente molto probabilmente la situazione diverrà irreversibile. I tripidi per lo più si nutrono di parti della pianta quindi mi sembra che il detto “o la va o la spacca” in questo caso sia appropriato.
Indipendentemente se il prodotto sia una “mazzata” o meno.
Devi scegliere un prodotto che di solito sono sistemici – e quindi entrano in tutta la pianta anche se semplicemente nebulizzi – usarlo senza esporre la pianta alla luce solare (neppure indiretta) e osservare cosa succede.
Ti ho consigliato di irrigare anche il bark perché i tripidi si nascondono nel substrato.
Così facendo se va bene ti liberi dei tripidi subito, se va male anche della pianta! 🙂
In anni di coltivazione le piante che ho perso sono pochissime, le conto sulla dita di una mano, ma non so dirti quanto valga il discorso di un “accanimento terapeutico”.
Se non ci sei legata sentimentalmente forse ti converrebbe ricominciare da una pianta nuova… sicuramente , almeno da un punto di vista economico, ti costerebbe molto ma molto meno, sia in termini di tempo che di denaro.
Ciao
Buongiorno!
ho un Cymbidium comprato a marzo di quest’anno che stava in un vaso stretto stretto (le radici erano talmente tante che la plastica del vaso da grigia è diventata bianca per la tensione). Ho pensato che fosse il momento di cambiarle vaso, così l’ho messa in ammollo per cercare di estrarla dal vaso con più delicatezza, ma nulla… Ho dovuto tagliare e rompere il vaso con forbici pulite e disinfettate con alcool.
Radici perfette, tranne per quelle secche che fuoriuscivano, ma purtroppo durante l’operazione parecchie che erano lungo i lati del vaso si sono rotte… so che può capitare, però ora non so come procedere per far si che non marciscano. Ho cercato un po’ ovunque in internet e ora la pianta mi sta aspettando da un giorno a radici nude: che faccio? pianto e non annaffio? nebulizzo solo? e il vaso di plastica o terracotta?
Spero in un vostro aiuto
Grazie in anticipo,
Greta
Ciao Greta!
Nella risposta che ho dato a Silvia nel commento dd. 18 maggio 2021 h. 19.16 puoi vedere l’impianto radicale estratto da un vaso simile a quello che hai descritto.
Nella foto puoi notare dei resti di vaso bianco..
Il “segreto” (ovviamente se il vaso è di plastica) è tagliare il pezzo sopra del vaso e poi con un po’ di forza allargare sempre più il taglio in modo da poter inserire la forbice e tagliare un altro pezzo…. e via così facendo sino all’estremità inferiore.
Faccio così anche con i vasi di plastica delle phal con le radici che escono dai buchi di scolo… e non ho mai rotto una radice.
Ma oramai il danno è fatto!
Cosa farei io…
1) Metterei a bagno la pianta per circa un ora in modo assorba acqua che le servirà per i prossimi giorni dove non dovrai bagnare..
2) Prenderei un vaso di plastica vuoto di circa un paio di centimetri più grande dell’impianto radicale (i cymbidium non amano stare troppo larghi) e ci farei dei fori di almeno 1,5 – 2 cm lungo i lati laterali e a diverse altezze – oltre ovviamente i fori del fondo-. Così facendo arieggerai di più il vaso anche se, in futuro, poi dovrai dare da bere più di frequente.
3) Appena asciutte le radici esteriori, che saranno quelle sulle quali dovrai intervenire avendole tagliate, metterei della cannella o del cicatrene dove vedi i tagli fatti (non provare a dipanare le radici perché faresti danni maggiori oltre che ad essere praticamente impossibile)
4) Metterei la pianta nel vaso con nuovo substrato (asciutto) e nebulizzerei le foglie almeno per una settimana tenendo la pianta all’ombra e possibilmente all’interno dove l’aria non asciughi e disidrati così velocemente le radici. Siamo in pieno solleone estivo! 🙂
Il prossimo anno la puoi estrarre facilmente e se ritieni opportuno mettere in un vaso di coccio.
I miei sono all’esterno… oggi a 33° in pieno sole sino alle 11, ma sono bagnati praticamente quasi ogni giorno.
Ciao
Ciao Greta,
Mi aggancio a quanto detto da Gioachino, precisando che nell estrarre la pianta io, non ho tutta la pazienza dimostrata da Gio….io bagno e a forza di colpetti estraggo….l unica accortezza che avrei fatto dopo la tua estrazione sarebbe stata quella di praticare, alle radici rotte o meglio strappate un taglio netto , pulito( ovviamente con attrezzo disinfettato). Un taglio pulito preciso piuttosto a dei tessuti stracciati guarisce piu velocemente e in maniera migliore. Come mai hai comprato una pianta con il vaso in quelle condizioni??? Solitamente non si rinvasa subito proprio per dar modo alle radici rotte di cicatrizzarsi e non entrare subito in contatto con l acqua, che potrebbe essere anche vettore di malattie e con tessuti stracciati il vero danno sarebbe fatto.
Quindi si aspetta….e nel frattempo ci si procura del substrato nuovo,in questo caso non occorre solo corteccia, un mix vario, anche comprato, andrebbe bene….preferisco comunque un substrato ben drenante( ricordatevi tuttavia che dipende dalla mano piu o meno pesante nell innaffiature).
Vaso di plastica o coccio ci sono pregi e difetti x entrambi ma il coccio pesa….
Saluti
Ciao, grazie di dedicare così tanto tempo a scrivere su questo blog e aiutarci a capire come gestire queste bellissime piante . Questa pianta è stata comprata a dicembre, e travasata subito dopo la fioritura (che è durata anche poco perché l’ho messa in casa) perché mi sembrava troppo stretto il vaso .
Il substrato non so se si vede bene dalla foto è miscelato con argilla espansa. Da maggio sta sul terrazzo, annaffio ogni tre giorni più o meno e li metto concime rain mix . E’ già un mese che vedo questa muffa verde nel vaso . Da quello che o capito non sarebbe il momento per travasare . Però essendo in queste condizioni è avendo un substrato non propio adatto che devo fare ? Vedo che ha fatto tante radici però non vorrei farla marcire così come è ora.
Grazie.
https://postimg.cc/gallery/fXYPhXp
https://postimg.cc/zH32pT3X
https://postimg.cc/gallery/YgxTM3F
Ciao Magda,
Cosa ti fece pensare che la pianta fosse troppo stretta nel vaso? Presentava radici fuoriuscenti dai fori di scolo alla base del vaso? Si era alzata rispetto al vaso(guarda le foto del mio articolo)? Vedendo le foto che ci mandi secondo me hai agito di fretta e d impulso, come pure usando un substrato non adatto…troppo piccolo e che quindi trattiene acqua(un velo di acqua sopra la superficie dei pezzettini stessi)….’troppo trasparente…..ingresso di luce. Ora questi due fattori gia di per se potrebbero bastare, ma aggiungiamoci anche la scarsa circolazione d aria (nelle phal ovviamo facendo una serie di fori sul bordo del vaso facendo passare aria fra il substrato)…fattori che naturalmente portano alla formazione di “alghette”.
Substrato di grosse dimensioni proprorzionato alla dimensione delle radici che faciliti la fuoriuscita dell acqua, anche una buona componente organica non guasterebbe (sono anche specie terrestri, quindi oltre alle risorse di cibo non necessitano del vaso trasparente, le loro radici sono differenti da quelle delle phal).
Se smetti di annaffiare le alghette cessano, ma non puoi xche il cimby vuole acqua; se togli la luce le alghette cessano; se fai circolare piu aria asciughi piu velocemente il substrato ma la pianta vuole acqua…..
Cosa fare? Immagino che tu ti sia gia risposta, ma rifletti non agire d impulso…. fra poco dovrai rallentare con le abbondanti annaffiature(leggi articolo) quindi resisti in questa situazione ed intanto organizzati per la primavera.
Saluti
Simone grazie sei stato gentilissimo a rispondere . Ritornando alla mia pianta mi viene anche da dirti perché l’avevo svasata. Era una pianta bellissima con due steli . Però a quei tempi conoscevo poco sulle orchidee e ancora non avevo scoperto questo blog . Appena comprata la ho svasata e l’ho messa in un grande recipiente di vetro con le paline quelle di acqua come a volte si vedono nei supermercati 😢😢😢😢. Poi ho visto che i fiori sono durati poco e ho capito che qualcosa non andava. Sono andata da un agraria e mi hanno dato quel terriccio per rinvasare . Meno male e miracolato con un po’ di argilla espansa se no facevo ancora più danni . Per mi deve volere tanto bene povera piantina perché ha buttano diverse nuove piantine . Il tuo articolo l’ho letto tutto e in primavera farò del mio meglio per rinvasarla . Purtroppo ho così poco tempo e i vostri articoli li leggo un po’ per volta compresi tutti i commenti . Grazie ancore di tutte le informazioni che ci date
“… e i vostri articoli li leggo un po’ per volta”
Simone… della serie io e te siamo logorroici! 🙂 🙂
In effetti mi sembrava di scrivere troppo, dovrei essere piu ermetico e sintetico.
Ciao
No ragazzi voi dovete scrivere. Forse mi sono spiegata male . Io vi ammiro tantissimo per il lavoro che fate su questo blog . Per la vostra conoscenza sulle orchidee. Scusate se mi sono spiegata male . Buona giornata a tuti
Buongiorno. Ho un cymbidium miniatura ice cascade. Bellissimo quando l’ho comprato l’anno scorso, ora meno ed ancora senza l’ombra di un inizio di emissione di steli fioriferi. L’ho trattato come gli altri cymbidium, che per me tuttavia restano un po’ difficili da capire nonostante mi sia chiaro il discorso dei monsoni. Potete per piacere chiarirmi le differenze di coltivazione fra i 2 tipi di cymbidium? Ringrazio sentitamente. Luciana
Il nome dice tutto, sia sulla fioritura che sulla coltivazione!
Cascata di ghiaccio! 🙂
Premesso che di Cymbidium ne esistono moltissimi, Simone in questo articolo ha parlato della varietà “Cascade”.
Piante più contenuta e meno ingombrante (questa la grande differenza), fioritura pendula o a cascata, e come tanti Cymbidium proviene dalle pendici dell’Himalaya. Ergo seguono il sistema di coltivazione qui descritto. Inverno secco estate bagnata!
La temperatura media ottimale per favorire la fioritura è attorno ai 10 – 12° gradi ama la luminosità come i fratelli, sino ai 5° notturni.
Considera però che i miei Cymbidium sono fuori sino ai 2,° purché non bagnati.
Trovi alcune spiegazioni e la risposta a tante domande anche in questo mio articolo .
Leggi sempre i commenti, ti saranno utili.
Ciao
ciao Luciana,
leggendo il tuo quesito e quanto scritto da Gioachino, mi vien subito una riflessione:
il Cascade richiede al pari, analoghe condizioni dei più grandi Cimby, ma te dici “L’ho trattato come gli altri cymbidium, che per me tuttavia restano un po’ difficili da capire nonostante mi sia chiaro il discorso dei monsoni”….quindi deduco che nonostante ti siano chiare le modalità di coltura, tu non riesca ad avere abbondanti fioriture……ed allora non è che le tue condizioni ambientali non siano adatte a tali piante oppure sono al limite per cui non ottieni grandi risultati…..NEi vari articoli vi è ben spiegato il range di temperature e di sole che queste piante gradiscono, ti suggerisco di riesaminare con calma , e dopo aver riletto i vari suggerimenti, le tue condizioni ed il tuo modo di agire.
Tienici informati, perchè avere un cascade e non vederlo fiorire è come avere una bistecca senza osso!!!!!!!!!
simone
Buongiorno e grazie per la veloce risposta. Simone mi ha fatto proprio ridere con il paragone cymbidium ice cascade e bistecca senza osso che condivido pienamente. Allora mi spiego un po’ meglio. Vivo a Vicenza città, non ho purtroppo una serra e per ora cymbidium e dendrobium nobile stanno su una terrazza esposta a sud-est in un angolo riparato da 2 muri e con il sole tutta la mattina (oggi T 7° 23°). In questi ultimi anni la T min invernale/notturna (quella diurna è ovviamente maggiore e nella norma arriva a 10°) non è stata più bassa di -3 per un periodo di 3-5 gg. I cymbidium in bark+argilla espansa+perlite+carbone+poca torba bionda e ovviamente non bagnati da metà dicembre a tutto gennaio, li lascio in terrazza nel suddetto angolo con il vaso foderato ben bene con più strati di stracci, pseudobulbi e gran parte della foglie riparati da plastica con bolle e sommità da tessutonontessuto in 2 strati (lì non arriva la pioggia). Più di così non posso fare per l’inverno perchè le altre soluzioni sono un garage buio senza finestre (con T dagli 8° ai 15°) o la mansarda direi caldina (quella di cui ho parlato per la richiesta relativa alla cattleya aurantiaca). In estate li lascio ancora in terrazza ombreggiati di mattina da tessutonontessuto (non si sono mai scottati), con vaporizzazioni giornaliere e mattutine perchè la T sale fino ai 35° per 2-3 ore. Credo di aver capito che, pur superando l’inverno apparentemente benino e producendo nuovi pseudobulbi primaverili (il miniatura ne ha emessi addirittura 12 anche se sono cresciuti la metà di quelli originali), i cymbidium non condividano affatto le mie T invernali anche se sono ridotte nel tempo e forse me lo fanno capire con assenza di fioritura. A questo proposito io fertilizzo i cymbidium da marzo a maggio con 30-10-10, da giugno a settembre con 20-20-20, in ottobre con 5-25-5 e a novembre (T permettendo) di nuovo con 20-20-20; sbaglio? Ah, dimenticavo quelle che forse potrebbero essere le concause della mancata fioritura: questo maggio ho sostituito il vaso con 1 più largo e forato, e il terriccio mix perchè avevano le punte nere (io penso per eccesso di umidità, ma anche in presenza del terriccio originario ormai degradato e di un vaso con i soli fori std); osservo tuttavia che altre orchidee (odontoglossum, miltoniopsis, brassia) non mi fanno pagare questo “sgarbo” e fioriscono lo stesso anche se reinvasate in tempi scorretti. Inoltre ammetto la mia non conoscenza della caratteristica eliotropica di questa pianta per cui posso aver effettuato un cambiamento, forse anche ripetuto, di esposizione di questa pianta rispetto al sole (a proposito quali altre orchidee sono eliotropiche?). Se non c’è altra possibilità di ovviare al problema T invernali, mi adatterò almeno a tenere solo una bella …. bistecca senza osso. Ringrazio sentitamente per la pazienza. Luciana
Ciao. Luciana.
Il problema è quando le temperature scendono sotto lo zero, ma mi sembra che tu abbia fatto il massimo possibile.
L’importante è che la pianta sia completamente asciutta.
Il substrato dei Cymbidium è perfetto.
Se temi le notti gelide portali in soffitta la notte (se non è un problema perché ovviamente diventano piante “erranti”), segna il posizionamento originario sul vaso (ad esempio fai una N per nord) e fai il possibile per mantenere tale orientamento.
Per quanto riguarda l’estate, la tua terrazza è ottima in quanto la circolazione d’aria mitiga, in gran parte, le temperature torride… L’importante è che siano sempre bagnati; io con temperature simili alle tue, bagno quasi tutti i giorni soprattutto i Nobile.
In inverno i Cymbidium possono arrivare all’esterno, ovviamente se asciutti, anche a 2°, e per quei pochi giorni sotto zero non dovrebbero risentirne se li porti in soffitta la notte o se sono belli “imballati” come descritto nel tuo precedente commento.
Ottimo il sistema di fertilizzazione, l’importante è che le ultime tre o quattro irrigazioni stagionali (prima di metterlo a “dormire”) tu le faccia senza fertilizzante in modo da lasciare il substrato senza concentrazione di sali.
Le punte nere sono un classico… trovi delle spiegazioni QUI
I cymbidium e i Nobile sono piante “rustiche”, non penso che la messa a dimora in un vaso leggermente più grande impedisca la fioritura, anche se molti sostengono debbano stare “stretti”.
I miei sono stati all’esterno sino ad ora e hanno getti floreali e alcuni già i boccioli, eppure li ho rinvasati questa primavera…. Unica cosa alla quale sto molto attento è che ora non prendano acqua, soprattutto quella piovana che potrebbe inzuppare tutto il substrato. Cosa non positiva se le temperature sono fredde. Rammentiamoci però che nel loro ambiente naturale lo stesso è sempre umido in quanto l’umidità ambientale è molto alta e non sicuramente quella dei nostri appartamenti.
Sinceramente non mi vengono in mente altre orchidee eliotropiche, a parte il girasole che osservavo da bambino seguire il sole… ma questa è un altra storia ma soprattutto non è un orchidea 🙂 !
Ciao
cara Luciana,
Per me la tua intensa protezione nei confronti del generale inverno è eccessiva, considerando l’ambiente originario di queste piante e l’altitudine, io proverei a lasciarli in terrazza senza alcuna protezione. Già ti vedo con i capelli ritti, ( ma su quella bistecca ci stai mettendo troppe cose…..) non conoscendo i genitori, forse e dico forse, discendono da piante di alta montagna e necessitano di più freddo (ovviamente con tutte le accortezze di preparazione all’inverno); sono piante che nei loro ambienti nei periodi invernali , non protette più dalle piante caducifoglie, ricevono anche una bella botta di luce. Mi viene subito il paragone della tua pianta con i primi figli, quelli che ricevono il massimo delle attenzioni dai genitori, portati a spasso nei loro passeggini ma talmente vestiti e coperti da vedere a mala pena gli occhi; bambini, si forse li sotto ci sono dei bambini, chiusi nei vestiti cappotti berretti sciarpe guantini sotto guantini coperte e addirittura la tendina del passeggino abbassata ed anche la plastica para pioggia, tanto chiusi che non si muovono, in pratica pupazzi; poi arriva lui, il secondo figlio, ormai la mamma ha superato le sue paure i suoi timori le sue insicurezze e spavaldamente lo porta a spasso quasi mezzo nudo……..riprendendo le sue amiche che anno avuto il loro primo figlio…
Se in questi anni non sei riuscita ad avere fioriture, spostando la pianta in altri luoghi, proteggendo la pianta con il tessuto non tessuto, il mille bolle, gli stracci, la stufetta etc etc, la curiosità ti dovrebbe essere salita….tanto da rischiare la pianta, in alternativa potresti proteggere la pianta come hai sempre fatto e con l’arrivo della primavera (peccato non averlo fatto a Maggio col primo rinvaso), spaccarla in due parti uguali, al prossimo inverno, una la ricoveri ed una la lasci nuda al freddo ed al gelo ed alla luce.
Molte volte, non volendo, l’amore della mamma crea più danni al figlio, che insegnamenti.
Continuare a concimare ad Ottobre mi sembra eccessivo, la pianta si prepara lentamente per arrivare all’inverno.
saluti
Buongiorno Gioachino e buongiorno Simone,
sono Daniela, quella che vi ha chiesto un mare di consigli sulla Phalenophsis…
Ora sono a chiederne per un Cymbidium…ebbene sì, mi regalano piante che non sono adatte ai nostri climi nè alle mie capacità. La pianta l’ho ricevuta in splendida fioritura due anni fa. Lo scorso anno ha fatto solo un rametto con 4 boccioli di cui 3 sono caduti prima di aprirsi. Quest’anno ho provato a cambiare modo di coltivazione. Da Settembre è posizionata sul balcone a sud est e ha preso un bel sole (anche troppo perchè qualche foglia ha riportato scottature) Forse grazie a questo cambiamento, a Ottobre ho scoperto ben 4 rami con boccioli che stanno crescendo a vista d’occhio. Ora si pone il problema del freddo…dove la metto?? non posso fare la serra fredda (ho quella con il telo in plastica) perché stanno facendo i lavori sulla facciata e tra poco dovrò togliere tutti i vasi rimasti in balcone e in terrazzo. In casa ho una stanza dove non accendo il riscaldamento ma comunque arriva a 18° di giorno e 15/16 di notte, almeno ora, a Novembre! Lo scorso anno l’ho tenuta lì, ed è sopravvissuta, ma non aveva steli floreali e ho letto che se la portassi in un ambiente più caldo dell’esterno potrebbero cadere i boccioli!! Prima di scrivervi, ho letto tutti i vostri articoli sulla cura delle orchidee da serra fredda, e pure tutti gli articoli che ho trovato sul link che avete indicato sopra (ALAO). Purtroppo, si parla di serra e non di appartamento, come giustamente osservate anche voi e per il quale avete dato vita a questo utilissimo blog.
So che non è il posto giusto, ma vi aggiorno sulla Phal: sta bene, le macchie/depressioni sulle foglie sembrano stabili e quel puntino rosso è un bellissimo ramo spesso e che ha già raggiunto i 4 cm. Presto vi posterò una foto.
Aspetto di sapere cosa fareste voi con un Cymbidium e un appartamento. Grazie infinite
Daniela
Ps: Ho scordato un dettaglio che forse può essere importante: il balcone in cui ho messo il Cymbidium, in questi giorni di sole arriva anche a 18/20°. Le notti qui a Torino non sono state molto sotto i 10° in questi ultimi giorni, ma da oggi sono scese parecchio (questa mattina, alle 7, il termometro dell’auto segnava 4°!!)
A presto
Daniela
Ciao Daniela.
Abbiamo spostato il tuo commento in questo articolo in quanto si parla di Cymbidium e non di orchidee e umidità! 🙂
Per le capacità l’esperienza viene… provando! 🙂
Immagino tu sappia perché lo scorso anno i boccioli ti sono caduti… molto probabilmente perché li hai tenuti al caldo.
La serretta andrebbe benissimo sul tuo balcone… Il tipo precoce come il tuo , quello che di solito si trova in vendita fiorito da gennaio a marzo, resiste benissimo fino a 1 -2° purché asciutto. Alcuni sopportano anche le gelate se per brevi periodi e sempre se completamente asciutti.
Ricordando che vivono alle pendici dell’Himalaya, il problema non è quello che tu definisci “problema freddo” ma quello che forse non consideri, e cioè quello del caldo del tuo appartamento.
Io in serra arrivo a 20° quando c’è il sole per circa 4 ore al giorno (esposizione est) ma per il resto della giornata sono sugli 8 -10°.
Di notte anche meno… Trento e Torino non hanno grandi differenze climatiche. (Si daiiii mi piace pensarlo! 🙂 )
In casa con quelle temperature difficilmente fioriscono.
Felice che la tua Phal abbia fatto un getto floreale, con quella non hai problemi in casa…. minime sopportate 15°, massime quelle che hai in appartamento.
Ricorda… Per le orchidee da serra fredda è’ il caldo il problema, non il freddo!
Ciao
Grazie Gioachino per il riscontro.
Oggi ho monitorato la temperatura sul balcone. Essendo una limpida giornata di sole, al mezzogiorno siamo arrivati a 30 gradi, mentre ora (alle 21) siamo a 10 gradi. Ho le rose che sono in fiore 🥰! Vero è che non siamo a Gennaio… Comunque, se ho ben capito posso lasciarla fuori purché il substrato sia ben asciutto: quindi non lo inumidisco per niente?! Sto verificando anche il balcone della cucina, che da a est, prende il sole solo fino alle 11 di mattina, la T massima è arrivata a 20 ed ora è a 9. Non è verandato ma chiuso sui lati, e di fronte ho un telo antiopioggia per stendere. Mal che vada lo metterò lì quando farà più freddo, finché non aprirà i boccioli. Per ora, ho pensato di arretrarlo dalla ringhiera e avvicinarlo al muro, almeno la notte, dovrebbe rilasciare un po’del calore accumulato…spero. Ho mantenuto lo stesso orientamento del vaso, come avete spiegato. E così, ho scoperto un quinto ramo e diverse nuove gemme!!
Vi allego alcune immagini
https://postimg.cc/gallery/CkxjpzN
Spero che si vedano.
Vado sulla pagina delle Phal, a mettere altre foto, vedrete che sorpresa!
Grazie sempre, infinitamente, dei vostri preziosi consigli e buona domenica.
Daniela
Ciao daniela, cominciamo col dire che il bicchiere va visto mezzo pieno, i tuoi dubbi ed insicurezze ti hanno portato ad analizzare a fondo il tuo ambiente scoprendo piccole ma significanti differenze di temperature…..vedrai quando comincerai a misurare la luce…..
Permettimi di dirti che il problema, come ribadito da Gioachino non è il freddo , basta arrivarci x gradi e asciutti…(sono in questi giorni intervenuto so una pianta di cymbi che non mi convinceva. Bella verde robusta ma alcuni pseudo bulbi se strizzati emettevano acqua….ho svasato pulito e terriccio ancora zuppo fradicio d acqua….).
Il freddo come dicevamo non è il nemico, pensa alle origini di queste piante,semmai l eccessivo caldo. Resisti alla tentazione di bagnare.
Non mi meraviglio delle rose in fiore, avendo io una bouganville fiorita….di giorno è ancora caldo.
Se permetti ti faccio i miei complimenti per aver saputo, con pochi spunti da parte nostra, riflettere, analizzare l ambiente e provare. Brava
Simone
Ciao Simone, così mi lusinghi anche troppo, non mi sento affatto così brava, solo fortunata!
Se non fosse per il vostro blog, su cui condividete le vostre esperienze, e tramite il quale rispondete ai nostri dubbi e ci incoraggiate con i vostri consigli, io non ci sarei mai riuscita, dico davvero! Affidarmi a quello che fino a pochi mesi fa trovavo in rete o mi suggerivano i negozianti, aveva creato in me solo confusione…e sbagli a danno delle mie piccoline☹️. Quindi un grazie di cuore è il minimo che posso dire.
Chiariscimi solo un punto, che non riesco a focalizzare: non bagno né inumidisco più il cymbidium?! Davvero riesce a fare crescere e sbocciare i fiori senza acqua?!
Guarda queste foto, come era due anni fa quando me l’hanno regalata:era in fiore a Ottobre, quindi è una precoce, come mi ha rivelato Gioachino?
La foto in cui invece vedi un solo fiore, pure di diverso colore, è tutto quello che ho ottenuto lo scorso anno☹️☹️
https://postimg.cc/gallery/qhnFxL7
Chissà se ce la faremo a farla splendere come quando la curavano nel vivaio
Ciao e buona serata
Ciao.
Complimenti per le bellissime piante, con bellissimi getti floreali.
Noi il nostro lo abbiamo fatto, ma il merito è solo tuo!
L’umidità ambientale, soprattutto quella notturna, è sufficiente per far vivere le piante dei cymbidium.
Toglimi una curiosità, se non lo hai già scritto… mi rammenti in che città coltivi per avere temperature di 30° in pieno novembre?
Il balcone ad est è perfetto, purchè la pianta sia protetta dalla pioggia, il sole del primo mattino sino alle 11 non può che giovare alla pianta, anche se diretto.
Ciao
Ciao Gioachino, sono di Torino (quasi le stesse temperature di Trento, no?!😂😂) Pensa che quel lato della casa è così ben riscaldato che la camera arriva anche a 20 21 gradi senza accendere il termosifone. In camera ho la Phal e sul balcone il cymbidium 😉 Che però non prende il sole del mattino fino alle 11, ma dalle 11 a tutto il pomeriggio. Ma leggermente ombreggiato dalle rose. Oggi è arrivato a 27 ma solo per 1 ora. Ho già fatto posto sull’altro balcone, quello di cui ho parlato ieri e che tu mi dici essere perfetto. Lì arriva al massimo a 18/20 per 1 ora, poi scende e il sole lo prende del primo mattino, fino alle 11. Ma come devo posizionare il vaso?! Orientato verso lo stesso punto cardinale oppure il lato che ora è in faccia al sole, dovrà essere di nuovo con la faccia al sole?! Ora è a sud/ovest e poi sarà ad est. Mi ha confuso il fatto che, non ricordo chi di voi due, ha contrassegnato il vaso con la E di Est.
Sono così contenta che quest’anno abbia emesso 5 rami di fiori, che non vedo l’ora che si aprano! E se devo dirla tutta, quest’anno l’ho pure trascurata rispetto a quanto ho fatto l’anno scorso e concimata poco e non regolarmente. Mah 🤦🤦
Buona serata, a presto
Daniela
Ciao.
Il Cymbidium è una pianta “eliotropica” e cioè che tende sempre ad orientarsi verso la luce del sole.
Non vorrei averti creato confusione segnando i miei vasi con la E di est, in quanto io li sposto sempre sulla stessa parete, passando dalle fioriere esterne alla serra che è esposta ad Est.
Il segno mi serve per non cambiare il posizionamento del vaso.
Ho dei getti che sono spuntati su tutte le pareti dei vasi, anche verso Nord, il segno mi serve per non cambiare orientamento ma soprattutto posizionamento.
Ciao
Capito, grazie.
Buona serata, a presto
Daniela
Ciao due settimane fa ho comprato un bel cymbidium. L’ho rinvasato in un vaso poco piu grande con corteccia. Dopo una settimana l’ho innaffiato e l’acqua è regolarmente dedranata. Dopo cinque giorni ,(oggi) ho notato alcune foglie un po ingiallite. Da premettere che la pianta è posizionata all’esterno in un angolo riparato e coperto. A cosa è dovuto questo ingiallimento ???, non credo eccesso di acqua, oppure allo stress da trapianto o un calo di temperatura (in questi giorni vi è stata una temperatura invernale anche se siamo a Marzo), puo essere anche cha al momento del rinvaso ho liberato un po le radici di sotto ma senza romperle ???. Mi sai dire la causa ??? Mi devo preoccupare ??? Grazie attendo una risposta. Cordiali saluti
Ciao Salvatore!
Le cause possono essere molteplici.
Di solito i Cymbidium appena comperati sono verdi, solo quelli esposti alla luce solare diretta diventano con foglie “verdi gialle” ma non penso sia il tuo caso e ciò non capita in pochi giorni.
Se coltivati bene questo vuol dire che prendono molta luce, quella luce che in inverno hanno bisogno e che li aiuta nella fioritura.
I rinvasi, di solito, si effettuano in primavera quando si comincia a vedere la crescita attiva. Se sei passato dal terriccio commerciale al bark puro vi è una diversa consistenza e passaggio di aria, agenti atmosferici ed altro sulla nuova superficie esposta. Solo bark non è l’ideale per questo genere, sono per lo più “terricoli”.
Inoltre se sei del nord d’Italia le temperature da noi sono ancora troppo fredde e vicino allo zero durante la notte e considerando che molto probabilmente è stato tenuto in serra ha bisogno di una certa gradualità per l’esposizione all’esterno.
I miei sono a temperatura notturna attorno ai 10° e ricevono pochissima acqua e solo quelli che non posso portare all’esterno perché in fiore e quindi sottoposti all’aumento di temperatura essendo posizionati in serra.
Sei riuscito a liberare le radici di un Cymbidium senza fare danni? Complimenti.
Io di solito li posiziono semplicemente in un vaso più grande e non intervengo (se sane) sulle radici.
Li libero dal vecchio substrato solo quando posso usare liberamente la pompa dell’acqua.
Non ti preoccupare e osserva la pianta… Questo genere è fortissimo, sono dei “muli” che non tradiscono mai! Ti devi impegnare per farli morire 🙂 . Ti posso solo consigliare di non tenerlo a temperature notturne troppo basse. Io a 8° sospendo le irrigazioni, non è il freddo che fa paura ai Cymbidium, purché gli stessi siano asciutti.
Se ti interessa questo è un altro articolo che parla di Cymbidium e che ti farà comprendere come vanno coltivati
Ciao