- 9583 – “Ctsm. Dentigrianum” Ctms denticulatum ‘Dark Spots’ x Ctsm tigrinum ‘Very Wide Petals’
Gli stupendi ibridi della S.V.O. cominciano a fiorire!
Le mie piante, a differenza di molti altri acquirenti, sono arrivate tutte senza alcun accenno di stelo floreale e, se la coltivazione della pianta madre è sicuramente merito di Fred Clarke della Sunset Valley Orchids, l’averle portate a fioritura (sviluppo ramo floreale, boccioli e relativa apertura) mi dice che qualche piccolo merito ce l’ho pure io :). E questo nonostante il fatto che in serra, in questo periodo, di mattina le temperature siano elevatissime e l’umidità non sia propriamente ottimale ma, guardando il bicchiere mezzo pieno, uno dei pochi aspetti positivi è però la notevole intensità luminosa.
Stanno meglio le piante in orchidario, sia per temperatura che per umidità, anche se l’intensità luminosa è sicuramente minore.
Nel titolo di questo articolo e dei seguenti indicherò in successione il genere (es.:Catasetum) seguito dal nome della specie (dentigrianum) e metterò tra parentesi il numero identificativo con cui Fred Clarke cataloga ogni genere e/o ibrido (9583).
Questo ibrido (Ctsm. denticulatum Dark Spots x Ctsm. tigrinum Very Wide Petals) ha preso le qualità di entrambi i genitori, l’imponente fioritura di solito generata dai Ctsm. denticulatum Dark Spots e la stupenda forma del petalo del Catasetum tigrinum Very Wide Petals.
E’ quello che Fred Clarke definisce un “mini-catasetum”, una nuova “categoria” di piante che la SVO da pochi anni ha creato e di cui ha intensificato la coltivazione.
La caratteristica più importante è che i mini catasetum fioriscono più volte all’anno, e cioè dalle 2 alle 4 volte nell’arco della crescita vegetativa annuale che la pianta effettua in base alle condizioni ambientali che gli possiamo offrire.
All’arrivo alcune foglie di molte piante presentavano macchie di genesi di varia natura, alcune con punte secche, o con dei puntini bianchi tipici delle punture degli insetti ma ciò lo reputo normale visto che sono arrivate ad inizio ciclo vegetativo, all’asciutto e senza irrigazione da diversi mesi. Le piante sono arrivate dalla California in Germania e da lì spedite a Mortara (Pavia), da dove (le mie) sono ripartite verso Trento nell’ultima settimana di aprile dopo un viaggio di oltre 15 giorni.
Il problema più grande per il mio modo di coltivare, è il fatto che il pane radicale sia avvolto in una massa compatta di sfagno, dove le piante sono cresciute e radicate come si può notare nella foto sopra.
Lo sfagno è di difficile gestione e può portare la pianta alla marcescenza, soprattutto nelle regioni dove vi è elevata escursione termica tra giorno e notte e nelle stagioni dove la pianta necessita ancora di essere bagnata, anche se in modo minore trattenendo l’acqua per lungo tempo e in maniera abbondante. In natura questo non accade oltre al fatto che la circolazione d’aria è elevatissima. Seppur da maggio a ottobre siano soggette ai forti acquazzoni dovuti ai monsoni estivi, le radici sono libere e all’aria e il ciclo “bagnato – asciutto” è praticamente garantito quotidianamente.
La marcescenza di una Catasetinae è molto subdola perché parte dall’interno del fusto, che alla base del colletto si svuota e diventa molle pur lasciando verde e apparentemente vitale la pianta.
Ma devo solo arrivare alla prossima dormienza perché poi farò un restyling di tutte le piante sistemandole a radice nuda in un nuovo substrato come alcuni degli acquirenti hanno già fatto.
Ammesso e non concesso che non intervenga prima, non curandomi delle fioriture ma dovendo salvaguardare la vita della pianta.
A presto con altre fioriture di queste straordinarie orchidee!
Ciao!