di Angelica.
La Tillandsia ionantha appartiene alla famiglia delle Bromeliaceae e cresce come epifita nelle montagne dal Messico al Nicaragua.
Io la coltivo insieme alle orchidee, del resto anche in natura alcune specie condividono lo stesso habitat.
Se completamente asciutta tollera temperature anche di 4 gradi che da me, vivendo al sud, sono un’eccezione, infatti la coltivo in una piccola serra ma ho anche alcune specie fuori la serra e stanno benissimo.
Dopo la fioritura muoiono, ma non prima di aver emesso dalla base nuovi germogli, che daranno vita a nuove piante che a loro volta fioriranno continuando il ciclo.
Questa pianta utilizza le radici solo per ancorarsi al supporto, e assorbono gli elementi nutritivi attraverso i tricomi che sono in grado di catturare l’acqua e i sali minerali e trasportarli al resto della pianta.
Non ho moltissime Tillandsie, ma da quello che ho potuto notare non sono piante molto esigenti, le tengo montate su zattera di sughero, legate con del filo plastificato che tolgo nel giro di pochi mesi dopo che le piante sviluppano le radici e possono mantenersi ancorate da sole.
Leggo spesso che dovrebbero stare a testa in giù per non far rimanere acqua all’interno, ma trovo sia contro natura, le piante vanno verso la luce non il contrario !!! 🙂
Con le giuste accortezze, e cioè farla scolare bene a testa in giù e con un buon movimento d’aria, non si hanno perciò problemi.
Per quanto riguarda le concimazioni, prendono tutto quello che mi avanza dalle orchidee compresi il nitrato di calcio, il magnesio e talvolta anche le alghe.
Ora, non so se questo sia corretto e forse a lungo termine creerà qualche problema, ma se stanno bene e fioriscono tanto sbagliato non dev’essere…
Riesco anche ad avere una buona scorta di acqua piovana che conservo in contenitori scuri, e l’acqua piovana (o osmotica) è quanto di più simile ricevono in natura e quindi per loro risulta l’irrigazione ideale.
Ciò detto, quando finisco le scorte o quando non ho tempo vado direttamente con la canna attingendo dall’acquedotto !!!
Sono sicura che stanno bene anche per il fattore climatico di cui beneficia la mia regione (Calabria); difficilmente in inverno la temperatura scende sotto gli 8 gradi e se succede è solo per poco tempo e comunque le massime risalgono durante la giornata.
Probabilmente soffrono di più il caldo estivo, tanto da bloccarsi, infatti quando le temperature superano i 36/38° non le bagno immergendole ma solo con delle nebulizzazioni per non rischiare di farle marcire; chiaramente questo è solo il mio personale modo di approcciarmi a queste magnifiche piante.
Non mi sognerei mai di dare consigli o indicazioni dandole per certe, perché non ho le competenze per farlo e non è detto che quello che va bene per me in provincia di Catanzaro vada bene nel nord d’Italia.
Comunque, come tutti noi dovremmo fare, tendo ad osservare il mio ambiente di coltivazione e come reagiscono le piante ad esso.
Buona coltivazione a tutti i lettori di questo blog!
grazie Angelica !!!