Una Coelogyne poco considerata, sia per i blandi colori che per le dimensioni dei fiori.
E’ una pianta che spesso viene confusa con la Coelogyne ovalis (con la quale condivide il metodo di coltivazione) o la C. fuliginosa ma che assomiglia molto anche alla C. fimbriata.
Questa Coelogyne l’ho comunque in collezione, in quanto di modeste dimensioni rispetto a molte altre e perché considerata da serra fredda. Non sono delle valide motivazioni per l’acquisto ma i soggetti che poco sono pubblicizzati suscitano in me del fascino. E d’altronde come diceva Jim Morrison “ho bisogno di distinguermi dalla massa. Non mi sento al mio posto in mezzo alla maggioranza” 🙂
E’ una pianta epifita di taglia piccola, con fiori che si aprono successivamente e, che per il suo habitat naturale sotto esposto, si può considerare da serra intermedia – fredda. Il fiore è più piccolo di quello di molte altre Coelogyne che coltivo, ma ha comunque una dimensione sufficiente per farsi ammirare. Come già detto, i fiori vengono prodotti in sequenza, quindi il periodo di fioritura è prolungato nel tempo, come succede anche per la C. speciosa .
Per ovvi motivi è sempre necessario conoscere molto bene da quale clima proviene una specie al fine di ovviare a spiacevoli conseguenze. Se poi consideriamo che personalmente questa pianta l’ho acquistata da un vivaio Ecuadoriano si spiega perché faccio molta attenzione alle temperature minime, orientandomi, per quanto riguarda questa specie, su quelle più vicine alla serra intermedia che non alla serra fredda.
Habitat.
L’habitat tipico della C. triplicatula sono le montagne dell’ovest Birmano, montagne meno elevate di quelle Himalayane e la zona a sud dell’altopiano di Shan nell’est del paese, oltre che in molte zone a sud dello stesso.
Temperatura.
Di solito viene coltivata in condizioni fresche, ma sembra vegetare e fiorire bene nella serra con temperature minime attorno ai 12°.
Irrigazione.
Come tutte le piante soggette a monsone estivo, si deve irrigare regolarmente durante l’estate, all’incirca una volta ogni due giorni (in base anche a che substrato usate) e ridurre gradualmente nei mesi invernali quando si deve irrigare circa una volta ogni dieci giorni, aumentando gradualmente alla comparsa di nuove radici e ripresa vegetativa.
Per capire come irrigarla si consideri che il suo paese d’origine, la Birmania (Asia sud/orientale) – ora Myanmar – è caratterizzata da tre stagioni: una stagione secca e fresca (da novembre a febbraio), una calda e umida (nei mesi di marzo e aprile) dove le temperature tendono progressivamente ad aumentare fino a raggiungere picchi anche di 40°, e una delle piogge monsoniche (da maggio a ottobre).
Substrato.
Uso un mix molto drenante, bark pezzatura piccola o media, sfagno, inerte di origine lavica tipo il lapillo.
Per quanto riguarda le percentuali un 50% per quanto riguarda il bark e il restante 50% di sfagno, lapillo o perlite e carbone in parti uguali. Trovo che per le esigenze delle Coelogyne sia un buon substrato di base ma tenete presente che la corteccia deve essere sempre di buona qualità (tipo Orchiata, al momento non più disponibile nei paesi dell’Unione Europea !), in quanto il substrato deve essere costantemente umido per molti mesi.
Posizionamento.
Insieme alla maggior parte delle mie Coelogyne, metterò anche questa specie in giardino in una posizione di ombra parziale, per tutti i mesi estivi da quando le minime si aggireranno almeno sui 13°. Nel restante periodo dell’anno rimane in serra o in appartamento con luce sempre filtrata.
Buona coltivazione di un altra orchidea, orchidea non molto apprezzata, ma che grazie a Miko è entrata a far parte della mia collezione…
C. & C. , Catasetinae & Coelogyne … e siamo solo all’inizio! 🙂
Preciso, sintetico ed utilissimo per chi vuole approcciarsi a questa specie!
Reputo che C & C siano un’accoppiata molto affascinante! Queste orchidee mettono in campo tutta la loro bellezza per attirare il coltivatore, mentre tu aggiungi note ed esperienze dirette di coltivazione che le fanno ‘sembrare’ alla portata di tutti. . .
Il ‘sembrare’ è d’obbligo, visto che i tuoi successi denotano una profonda conoscenza delle esigenze di queste specie. Io, nel mio piccolo, sto ancora aggiustando il tiro sulla loro coltivazione e mi ritrovo sempre qui a leggere avidamente tutto quello che scrivi! Grazie per la condivione delle tue esperienze di coltivazione
Grazie per la considerazione Valeria.
Felice che il blog ti serva ma ricorda che ogni ambiente è unico!
E’ quello che si deve “tarare” (nel limite del possibile 🙂 ).
Ciao