Nell’articolo su come far rifiorire la Coelogyne Cristata scrivevo che la stessa non mi ha mai tradito dopo un rinvaso e una divisione, ma molti coltivatori la considerano una pianta “permalosa”, che in caso di tale trattamento ti ricambia con una mancata fioritura per almeno un anno quando non di più.
Quest’anno, verso la fine di aprile, ho diviso numerosi vasi di questa pianta, regalando tali divisioni a molti amici della mia regione, mentre per quelli più lontani (Marco e Valeria) sto aspettando una completa radicazione, la nascita di nuovi pseudobulbi e la completa ripresa vegetativa al fine di inviarli per posta. Lo stress di un viaggio, in questo momento, molto probabilmente comprometterebbe e rallenterebbe ulteriormente la vitalità della pianta. Anche alla luce di quanto tempo ci stanno mettendo a “farsela passare” e a perdonarmi! La pianta ci ha messo quasi cinquanta giorni per riprendere appieno la crescita vegetativa.
Per questo prima di dividere la mia Coelogyne Tomentosa (commercialmente distribuita anche con il suo vecchio nome e cioè Massangeana) e la Coelogyne Flaccida, ci penserò molto e probabilmente le trasferirò in vasi più grandi senza disturbare le radici.
Ho avuto insomma la prova che a queste piante non piace essere rinvasate e che hanno qualche difficoltà soprattutto dopo una divisione “drastica ed estrema” come quella da me effettuata quest’anno. Ma quando fiorirà aggiornerò sicuramente questo articolo.
Torniamo a noi.
Prima di tutto ribadisco quanto già espresso in precedenza, non condividendo la scuola di pensiero di molti sostenitori che le irrigazioni durante l’inverno vadano sospese completamente. Il completo avvizzimento dei vecchi pseudobulbi non è sicuramente un bel vedere, oltre al fatto che la pianta userà molte energie al fine di completare la fioritura.
Per questo, come scritto in Cymbidium, Coelogyne Cristata, Dendrobium & C. considerazioni sulla serra fredda , l’irrigazione dovrebbe essere drasticamente ridotta ma non completamente sospesa (come per quasi tutte le piante che subiscono il monsone invernale), al fine di evitare che le radici marciscano in un substrato troppo umido quando non inzuppato.
Perché ho parlato ancora di irrigazione? Perché arrivare alla divisione con degli pseudobulbi “scarichi” non è positivo oltre che ad essere controproducente.
Personalmente l’ho divisa per un fatto meramente estetico oltre che per avere più piante. Gli psedobulbi si erano ammassati uno sopra l’altro e le piante cominciavano a sbordare dal vaso.
Ma lei non si lamentava e sembrava felice!
Ora dopo queste divisioni sicuramente non blande, osservando il rallentamento subito nella crescita vegetativa, so per esperienza che odia essere toccata.
Quando si rinvasa una Coelogyne, se è solo per ragioni di dimensioni, consiglio semplicemente di estrarle e posizionarle in vasi più grandi in modo da non causare alcun disturbo alle radici.
Ma io dovevo cambiare substrato e dividere.
Quindi come si divide una Coelogyne Cristata e più genericamente le Coelogyne ? Ricordo che ne esistono quasi 200 specie e che vivono in habitat che spaziano dalla serra fredda – con clima tipicamente monsonico caratterizzato da inverni secchi e freschi ed estati dove piove tutti i giorni o quasi – alla serra calda, dove il caldo umido non ha grossi cambiamenti climatici tra le stagioni.
Eccovi di seguito la procedura per punti.
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La prima cosa da sapere è che la divisione o il rinvaso vanno fatti dopo la fioritura e cioè quasi sempre in primavera e comunque sempre all’inizio della ripresa vegetativa, in modo che le nuove piante possano avere il maggior tempo possibile per ristabilirsi, riprendere la fase vegetativa e formare nuovi pseudobulbi, prima di affrontare un nuovo inverno.
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Prima di tutto si estrae la pianta dal vaso (ovviamente senza tirarla per gli pseudobulbi o le foglie), eliminando foglie e radici secche nonché il vecchio substrato.
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Con delle forbici affilate e disinfettate con candeggina, si taglia a metà esatta l’internodo tra uno pseudobulbo e l’altro, assicurandosi che ogni porzione conti almeno tre o quattro pseudobulbi (possibilmente anche di più) e facendo in modo che per ogni porzione vi sia un abbondante impianto radicale.
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Ogni taglio fatto va cosparso di cicatrene o polvere di cannella che avrà lo scopo di attivare un’azione antifungina e antibatterica.
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Preparate il nuovo vaso con del substrato composto da bark di pezzatura medio piccola, alla quale vi consiglio di aggiungere qualche manciata di sfagno disidratato a pezzi nonchè posizionare sul fondo dell’argilla espansa.
Lo sfagno ha il pregio di trattenere molta umidità, di cui le fini radici della C. Cristata hanno bisogno e lo svantaggio che nel giro di due tre anni si deteriora.
Siccome le radici che partivano dagli pseudobulbi “aerei” si seccavano (la Coelogyne Cristata è un epifita che vive sugli alberi ma ad elevata umidità ambientale) avevo risolto mettendo anche un abbondante strato di sfagno costantemente umido nei mesi estivi nella parte superiore del vaso.
E dopo più di tre anni l’impianto radicale si era notevolmente sviluppato come potete vedere nelle foto.
Quest’anno ho però diminuito lo sfagno in modo che quest’inverno potrò dare qualche bicchiere d’acqua in più.
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Le nuove porzioni vanno posizionate nei nuovi vasi, consiglio cesti o vasi più larghi che alti o contenitori che permettano alla pianta di svilupparsi negli anni, posizionando la parte che è stata tagliata verso il bordo e le nuove vegetazioni verso il centro.
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A questo punto si coprono con il substrato precedentemente descritto le radici avendo cura di arrivare fino al colletto degli pseudobulbi.
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Essendo le radici state sotto l’acqua a lungo al fine di pulire tutto l’impianto radicale dal vecchio substrato, l’ irrigazione è consigliabile dopo un paio di giorni.
Spero che questo articolo vi sia utile in caso decidiate anche voi (il più tardi possibile) di procedere a tale trattamento che la vostra pianta poco gradirà.
Ricordatevi che per le Coelogyne vale il famoso detto di Roberto Gervaso:
“Anche la quiete può dare inquietudine. Per timore che passi”.
Quella inquietudine che viene a tutti noi coltivatori osservando, ad esempio, questa foto tratta dalla rete sugli effetti di un errata irrigazione.
Buon rinvaso a tutti e ad un prossimo aggiornamento “invernale” per confermare o meno le fioriture post divisione di questa pianta!